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Religioni e sessualità

16 Gen 2017 — 20 Gen 2017, ore 00:00

Il sesso, con la sua carica attrattiva, propulsiva e simbolica, tanto trascinante da richiamare su di sé divieti e condanne, è da sempre centrale nelle culture umane.
Questo ciclo si propone di esaminarne l’importanza e il ruolo nelle principali religioni storiche: quale spazio è riconosciuto dalle grandi religioni alla sessualità? A quale scopo e entro quali limiti? Come sono state considerate le varie forme in cui la sessualità si manifesta negli esseri umani, nell’uomo e nella donna, negli eterosessuali e negli omosessuali?

Quanto la concezione del sesso condiziona la visione del mondo e l’organizzazione stessa dei vari culti e ministeri sacri (la prevalenza maschile dei diversi sacerdozi)? Che rapporto c’è tra la concezione che le religioni hanno del sesso e la frequente, pesante differenziazione di genere nel costume, nell’educazione, nel comportamento, nella qualità della vita sessuale stessa?
Le religioni sono il regno del maschio? Quanto e come ha contato e conta la donna?


In collaborazione con il Centro Studi Antonio Balletto

Gad Lerner

Gad Lerner

Non mi rifugerò dietro le spoglie di Alex Portnoy, l’erotomane creatura letteraria di Philip Roth, per sottolineare la centralità sensoriale del piacere fisico nella cultura ebraica.La sua potenza, creatrice e distruttrice, è parte essenziale già del racconto biblico. La successiva codificazione rabbinica, l’imporsi della Legge, ha certo perpetuato la tradizione patriarcale senza però mai assumere la visione sessuofobica egemone in altre confessioni religiose.Ripetutamente vi hanno fatto breccia eresie cariche di sensualità: dal falso messia Sabbatay Zevi che prende in moglie prima la Torah e poi una prostituta; fino al libertinismo sionista dei primi kibbutz e all’iconografia delle soldatesse israeliane.Oggi la riproposizione (minoritaria) della moglie ultraortodossa dello shtetl, imparruccata o comunque rigorosamente separata, si configura come un anacronismo non poi così dissimile da quanto avviene nel mondo islamico.La contesa intorno al corpo e alla libertà femminile si aggrappa tuttora a dogmatiche che trovano ben pochi appigli nelle verità rivelate dei monoteismi. Gad Lerner è nato a Beirut da una famiglia ebraica. Avvicinatosi al giornalismo grazie all’esperienza di Lotta Continua, ha collaborato a Radio Popolare prima di entrare nella redazione de L’Espresso. Nei primi anni Novanta inizia la sua esperienza televisiva realizzando per la Raitre di Guglielmi due trasmissioni dedicate alla questione settentrionale: Profondo Nord e Milano, Italia. Chiamato da Ezio Mauro a La Stampa come vicedirettore nel 1993, collaborerà successivamente come inviato e editorialista con il Corriere della sera e Repubblica.Di nuovo alla Rai con due edizioni di Pinocchio, nel 2000 viene nominato direttore del Tg1 ma pochi mesi dopo rassegna le dimissioni.Nel 2001 partecipa alla fondazione di La7. Ne dirige il telegiornale, vara con Giuliano Ferrara la trasmissione Otto e mezzo, ed ha condotto ogni settimana per dieci anni L’Infedele dal 2002 al 2012. Nella primavera del 2013 ha realizzato sempre su La7 Zeta, la commedia del potere, prima di lasciare l’emittente che…

16 Gennaio 2017, ore 17.45

Ida Zilio Grandi

Ida Zilio Grandi

Il Corano riconosce la sessualità come un aspetto importante e significativo della vita umana, non solo nel contesto riproduttivo ma anche come forma di piacere all’interno di un legame lecito; e condanna l’incesto, l’adulterio, la fornicazione, la prostituzione, la promiscuità e l’omosessualità maschile.La sessualità occupa un spazio importante nelle narrazioni coraniche che riprendono la tradizione biblica (come le vicende di Adamo ed Eva, Lot o Giuseppe) e anche nelle descrizioni del Paradiso. La riflessione islamica successiva, ivi compresi gli sviluppi in senso femminista, riprendono e a volte amplificano i contenuti del Libro sacro. Ida Zilio-Grandi, professore associato di Lingua e letteratura araba all’Università Ca’ Foscari di Venezia, si occupa soprattutto di studi coranici e letteratura islamica in lingua araba. Tra le sue principali publicazioni, Il Corano e il male (Einaudi, Torino 2002), la traduzione completa del Corano, Mondadori 2010, l’edizione italiana del Dizionario del Corano di M.A. Amir-Moezzi, e Il Viaggio notturno e l’ascensione del Profeta nel racconto di Ibn ‘Abbās (Einaudi 2010). Da alcuni anni si dedica a una ricerca sull’etica islamica della virtù. In questo ambito sono apparsi, tra gli altri, The gratitude of man and the gratitude of God. Notes on šukr in traditional Islamic thought, “Islamochristiana” 38(2012); Return, repentance, amendment, reform, reconversion. A contribution to the study of tawba in the context of Islamic ethics, “Islamochristiana” 39(2013); Ḥalīm, a Name of God and a virtue of man. A contribution to the study of Islamic ethics based on the traditional sources, “Studia Islamica” 110/1(2015); Réflexions sur la raḥma dans la tradition religieuse islamique, “Islamochristiana” 41(2015); La pace nel Corano, “Italia Francescana” 90, 2-3(2015); (2016) Silence and Speech Etiquette. A Contribution to the Study of Islamic Ethics, “Annali di Ca’ Foscari” n. s. or. 52(2016).

23 Gennaio 2017, ore 17.45

Cinzia Pieruccini

Cinzia Pieruccini

L’India antica ha elaborato concezioni molto particolari del femminile e del rapporto fra i sessi.La società relega la donna in una posizione marginale, ma per varie correnti religiose comprese nell’induismo, la divinità somma è femmina, o comunque nel femminile è riconosciuto un potere che può condurre alle supreme mete spirituali. D’altro canto al kāma, cioè al desiderio e alla sua soddisfazione, è assegnato un posto fondamentale nella vita sociale, e questo si traduce, come ci mostra la tradizione sanscrita, nell’esigenza di educare uomini e donne a tutto ciò che ruota intorno alla sessualità. Nell’India di oggi, con queste concezioni si possono osservare vuoi continuità, vuoi profonde fratture. Cinzia Pieruccini è professore di Indologia e di Storia dell’arte dell’India nell’Università degli Studi di Milano. Fra le sue numerose pubblicazioni si annoverano la traduzione dal sanscrito in italiano del Kāmasūtra di Vātsyāyana (Marsilio, 6° ed. 2001), e una Storia dell’arte dell’India in due volumi (Einaudi, 2013).

30 Gennaio 2017, ore 17.45

Elizabeth Green

Elizabeth Green

Nel Cristianesimo la sessualità permea il linguaggio stesso delle Scritture. A partire dai testi sacri la Green esplora la relazione tra uomini e donne per mettere in evidenza come il linguaggio rispecchi il dominio maschile nel controllo della sessualità. Tuttavia, tale tradizione non è così monolitica perché al suo interno si schiudono delle fessure che offrono uno sguardo altro, come testimonia il pensiero di alcuni teologi e teologhe protestanti del Novecento. Elizabeth Green è pastora dell’Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia, attualmente a Cagliari.Da sempre si è occupata di teologia e genere, è membro del Coordinamento di Teologhe Italiane e ha numerose pubblicazioni in merito. Ciclo Religioni e sessualità

06 Febbraio 2017, ore 17.45

Vito Mancuso

Vito Mancuso

Sessualità e religione condividono il medesimo obiettivo: quello di un’unione assoluta e gioiosa. Perché allora, soprattutto in occidente, sono spesso state vissute in contrapposizione? Perché questa inimicizia di fondo, che ha portato a esaltare l’assenza di attività sessuale come vertice dello spirito religioso? Vito Mancuso è un teologo italiano. E’ stato docente di Teologia moderna e contemporanea presso la Facoltà di Filosofia dell’Università San Raffaele di Milano dal 2004 al 2011. I suoi scritti hanno suscitato notevole attenzione da parte del pubblico, in particolare L’anima e il suo destino (Raffaello Cortina, 2007), Io e Dio Una guida dei perplessi (Garzanti, 2011), Il principio passione La forza che ci spinge ad amare (Garzanti 2013), Dio e il suo destino (Garzanti 2015). Dal 2009 è editorialista del quotidiano “la Repubblica”. Il suo ultimo libro è Il coraggio di Essere Liberi (Garzanti Editore, ottobre 2016). Dal 2013 al 2014 è stato docente di “Storia delle dottrine Teologiche” presso l’Università degli Studi di Padova. Ciclo Religioni e sessualità

13 Febbraio 2017, ore 17.45

Enzo Bianchi

Enzo Bianchi

È molto difficile parlare dell’amore umano, è forse più facile parlare dell’amore tra Dio e il suo popolo, tra Dio e la sua chiesa, che non parlare dell’amore tra un uomo e una donna, dell’amore umano e terreno. Oggi attraversiamo un momento in cui l’amore umano è parlato, ostentato, mostrato, ma forse non è pienamente vissuto.Più che un pansessualismo dominante, oggi c’è una senescenza precoce dei sensi, c’è un’impotenza sempre più diffusa, probabilmente perché a questo amore è difficile accedere con autenticità, e parlarne in maniera veritiera. Enzo Bianchi (Castel Boglione, Monferrato,1943) è fondatore della Comunità Monastica di Bose, e ne è stato il priore per molti anni. E’ inoltre autore di testi sulla spiritualità cristiana e sulla tradizione di dialogo della Chiesa con il mondo contemporaneo. Esperto nominato da papa Benedetto XVI ai Sinodi dei Vescovi del 2008 e 2012, nel 2014 papa Francesco lo ha nominato Consultore del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.Collabora a «La Stampa», «la Repubblica », «L’Osservatore romano», «Avvenire» e «Jesus».Ha pubblicato fra l’altro: La differenza cristiana, Per un’etica condivisa, L’altro siamo noi, Fede e fiducia, Dono e perdono, Il pane di ieri, Ogni cosa alla sua stagione, Spezzare il pane, Raccontare l’amore, L’amore scandaloso di Dio e Gesù e le donne. Ciclo Religioni e sessualità

20 Febbraio 2017, ore 17.45


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