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Fondazione Palazzo Ducale Genova

presentazione del libro “La mafia non deve fermarvi”
giovedì 9 novembre 2023 ore 17, Munizioniere

Insieme all’autrice dialogano la figlia, Erika Benedetti e Andrea Macario, referente Libera Liguria

Tra le tante celebri fotografie di Letizia Battaglia c’è il ritratto di Rosaria Costa Schifani: suo marito, Vito Schifani, era assegnato alla scorta del giudice Giovanni Falcone e morì con lui nella strage di Capaci nel 1992. Durante i funerali, Rosaria prese la parola nella chiesa gremita e pronunciò un discorso passato alla storia come una testimonianza del dolore che ha attraversato Palermo in quegli anni. Lo stesso dolore documentato da Letizia Battaglia nelle vesti di fotoreporter: solo tra il 1992 e il 1993 la mafia palermitana fece 117 vittime.
Da allora e negli anni successivi Rosaria Costa è stata sempre in prima linea nella lotta per la legalità e come testimone dell’orrore di quegli anni: nel libro pubblicato da Rizzoli ne ripercorre le dolorose vicende

Per ultimo, Vito mi disse il nome di Giovanni Falcone. Mi ricordai del fallito attentato nella sua villa dell’Addaura e, come in un flashback, sentii le sirene. In quel momento alzai lo sguardo verso l’orizzonte, come in cerca di qualcosa che potesse convincere Vito a lasciar perdere quell’incarico così pericoloso, e notai delle nuvole nere che avevano oscurato il cielo azzurro. Con queste parole, Rosaria Costa, vedova dell’agente Vito Schifani, caduto con Falcone a Capaci, rievoca il momento in cui il suo giovane sposo le disse orgoglioso che sarebbe entrato nella scorta del giudice. La storia è poi tragicamente nota e tutta l’Italia ricorda il suo grido di dolore che ai funerali di Stato scosse universalmente le coscienze. Come racconta per la prima volta in questo libro toccante, Rosaria Costa all’inizio rimase in Sicilia, lei che, provenendo da una famiglia modesta e onesta, era cresciuta nello spietato contesto della “Palermo di un morto al giorno”. Voleva lottare, reclamare il proprio diritto ad avere Giustizia, e per questo si avvicinò a Borsellino legandosi a lui, ma la strage di via D’Amelio rinnovò presto lo stesso dolore. Gli anni successivi, segnati dall’arresto di Totò Riina, la videro sempre in prima fila in quella che, da allora e ancora oggi, lei interpreta come una missione di testimonianza. Arrivò anche un giorno in cui per Rosaria rimanere in Sicilia non fu più sostenibile e si trasferì in Liguria per costruirsi una nuova vita, dopo la devastazione di tanto indicibile dolore. Ma oggi è riuscita a tornare nella sua terra d’origine, come donna nuova e come testimone diretta di un’epoca drammatica, consapevole di dover continuare a tenere alta la bandiera della legalità.

Edizioni Rizzoli


Ingresso libero, fino a esaurimento dei posti disponibili.
Per i partecipanti sarà possibile visitare la mostra Letizia Battaglia sono io con il biglietto ridotto a 10€


L’incontro rientra nell’ambito delle iniziative di Genova Capitale Italiana del Libro 2023, scopri qui gli eventi in città

Rosaria Schifani, vedova dell’agente di scorta Vito, ucciso insieme al giudice Giovanni Falcone, Francesca Morvillo ed i suoi colleghi Antonio Montinaro e Rocco Di Cillo. Palermo, 1992© Archivio Letizia Battaglia