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Fondazione Palazzo Ducale Genova

Tappa 4 – Palazzo Gio. Vincenzo Imperiale
piazza Campetto, 8

Vincenzo Imperiale costruisce il palazzo alla metà del Cinquecento: la data 1560 e il suo nome si vedono su una lapide in facciata. A lui si deve anche la meravigliosa villa di Sampierdarena detta, non a caso, “La Bellezza”. Di quell’area residenziale nel Ponente della città, con meravigliose ville disposte tra il mare e la collina, dove più volte andava ospite il duca di Mantova Vincenzo I Gonzaga (e quindi anche Rubens) il pittore inserisce solo due dimore (una è la tappa 40). L’esclusione è difficilmente spiegabile per la villa, mentre è più chiara per il palazzo, costruito su preesistenti edifici e non sufficientemente “moderno”.

Il figlio di Vincenzo, Gio. Giacomo, è doge nel 1617-1619, in vita quando è a Genova Rubens, tra il 1600 e il 1607. Con suo figlio Gio. Vincenzo inizia molto presto una particolare amicizia. La famiglia è particolarmente colta e il giovane è dotato di una naturale propensione per le lettere; ha il privilegio di potersi dedicare ai suoi interessi letterari, almeno fino alla morte del padre (1622). Gli inventari della sua quadreria e della sua biblioteca, oltre ai suoi stessi scritti, rivelano le sue scelte raffinate. Le stesse che lo portano a chiedere a Rubens due dipinti “colti”: Il compianto di Venere su Adone nel 1600-1601, in assoluto la prima opera del fiammingo per Genova, dispersa ma conosciuta attraverso una copia antica di collezione privata (esposta alla mostra Rubens a Genova), e lo splendido Ercole e Onfale, oggi al Louvre, del 1605 circa.

Sua moglie, vedova di Giacomo Doria, è Brigida Spinola ed era stata ritratta da Rubens su commissione del suo primo marito. È questa una delle più note icone femminili rubensiane (Washington, National Gallery).


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