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Fondazione Palazzo Ducale Genova

Tappa 22 – Chiesa di S. Siro
via di San Siro, 3

«Tuttavia si fabbrica la chiesa di S. Siro delli Padri Teatini […] et resta delle più belle chiesa in Genova». Così una cronaca manoscritta ricorda la riedificazione della basilica dopo l’incendio del 1580. La missione di dare assistenza ai bisognosi, ma anche di affermare i nuovi principi della Controriforma, porta il nuovo e potente ordine al completo rinnovo su preesistenze medioevali della prima cattedrale (la seconda e attuale è San Lorenzo; tappa 3). L’episodio affrescato nell’abside (dove si trova il prezioso altare in marmo nero e bronzo di Pierre Puget, il “Bernini di Francia”, attivo anche a Genova) è eloquente: san Siro, primo vescovo della città, sconfigge proprio in questa zona il mostruoso basilisco, simbolo diabolico dell’eresia.

È una delle sole quattro chiese che Rubens inserisce nel libro Palazzi di Genova, nell’edizione del 1626 circa (tappe 2, 16, 38): gli interessa il suo aspetto moderno, raggiunto grazie alla ricostruzione avviata con il sostegno delle più influenti famiglie aristocratiche che si aggiudicano il giuspatronato delle cappelle laterali. Tra le più importanti, quella dei Grimaldi-Cebà con l’Annunciazione di Orazio Gentileschi. Meno nota, ma di grande importanza relativamente a Rubens, è la cappella costruita da Geronimo Serra, feudatario del duca di Mantova e socio di Nicolò Pallavicino: la prima ad essere data in concessione (1587) e nella posizione privilegiata di essere nella testata della navata sinistra. Ansaldo Pallavicino, proprietario in quel momento del vicino Palazzo Spinola di Pellicceria (tappa 13), è il committente del grandioso ciclo di affreschi a Giovanni Battista Carlone dopo la metà del XVII secolo e della sistemazione della controfacciata già iniziata dal padre, il doge Agostino.


Genova per Rubens. A Network, l’itinerario