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Fondazione Palazzo Ducale Genova

I libri nella scuola fascista tra libertà, controllo e autocensura
domenica 17 marzo 2024 ore 15, Archivio Storico

I libri utilizzati nella scuola fascista concorsero in modo decisivo alla costruzione del nuovo italiano, nei suoi aspetti politici, culturali e morali. Fu un enorme lavoro al quale parteciparono attivamente non solo l’editoria e il mondo della cultura, attratti dai guadagni che la scuola prometteva, ma anche gli insegnanti, ai quali continuò a essere lasciata la libertà di scelta dei testi.

Le forme più o meno consapevoli di autocensura che il totalitarismo italiano seppe indurre consentirono di limitare alle scuole elementari il libro unico di Stato, introdotto del resto solo a partire dal 1929. Così, se si rinsaldò l’alleanza tra editori e Stato fascista, i singoli finirono per accogliere come proprie tutte le scelte del regime, confermando quanto sia sempre illusorio parlare di spazi di libertà all’interno di un contesto liberticida.


Monica Galfré è docente di Storia contemporanea all’Università degli studi di Firenze. Si è occupata di scuola ed editoria, Sessantotto e terrorismo.

Tra i suoi libri: Il regime degli editori. Libri, scuola e fascismo (Laterza 2005), La guerra è finita. L’Italia e l’uscita dal terrorismo 1980-1987 (Laterza 2014), Tutti a scuola! L’istruzione nell’Italia del Novecento (Carocci 2017), La scuola è il nostro Vietnam. Il ’68 e l’istruzione secondaria italiana (Viella 2019); Il figlio terrorista. Il caso Donat-Cattin e la tragedia di una generazione (Einaudi 2022).


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