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Fondazione Palazzo Ducale Genova

dal 25 marzo al 4 giugno 2023
prorogata fino al 15 ottobre
Wolfsoniana, via Serra Gropallo 4 – Genova Nervi

Nel 1914 allo scoppio della Prima Guerra Mondiale Giuseppe Cominetti, residente dal 1909 a Parigi, dove aveva preso studio prima a Montparnasse e poi a Montmartre, decise di arruolarsi volontario e partì per il fronte francese. Testimone dei drammatici esordi di quella che sarebbe stata destinata a diventare una logorante e atroce guerra di trincea, il pittore cominciò a fissare sulla carta di getto, in disegni realizzati a crayon conté (un particolare carboncino arricchito da cera e argilla), le sue impressioni belliche. A questa produzione grafica attese anche dal 1916 al 1918 sul fronte italiano, ma questa volta ufficialmente, come disegnatore inviato di stampa.

Assalti di cavalleria, attacchi con i gas e bombardamenti, duelli aerei e abbattimenti di velivoli, disastrose ritirate e esodi di profughi: l’incisivo segno grafico di Cominetti testimoniò come le atrocità e gli orrori della guerra non risparmiassero nessun essere vivente (fanti, piloti, civili in fuga, cavalli).

Questo straordinario reportage di guerra, che consta di oltre duecento disegni, più alcuni acquarelli e olii (realizzati però in studio e non in diretta dal fronte), ebbe  sin dagli esordi un’intensa eco espositiva. Già nei primi mesi del 1915 si tenne infatti una mostra di tali opere a Genova, presso la Società di Letture e Conversazioni Scientifiche, seguita al termine del conflitto da altre importanti esposizioni in Italia e all’estero.

L’interesse e la fortuna suscitati dai suoi disegni di guerra trovarono tuttavia una duplice chiave di lettura nei suoi contemporanei: in genere si apprezzava in essi come Cominetti avesse restituito, con crudo realismo e senza alcuna retorica, il pathos dei combattimenti di una moderna guerra tecnologica. E tuttavia, travisando il senso di questa amara denuncia della carneficina bellica, lo schieramento interventista prima e la propaganda fascista poi interpretarono queste opere come una celebrazione dell’eroico spirito militare italiano, identificando l’artista – per usare le parole di Filippo Tommaso Marinetti – come il cantore della «tremenda bellezza epica» della guerra.     


A cura di Matteo Fochessati e Filippo Timo,
in collaborazione con Anna Vyazemtseva


Orari

  • dal 1° novembre al 31 marzo: dal martedì alla domenica, ore 11 – 17
  • dal 1° aprile al 31 ottobre: dal martedì al venerdì, ore 11 – 18; sabato, domenica e festivi, ore 12 – 19

lunedì chiuso


Biglietti