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Fondazione Palazzo Ducale Genova
Spiritualità, ahṃsā e armonia con la natura nella prospettiva induista
mercoledì 10 marzo 2021 ore 18.30, canale Youtube di Palazzo Ducale
Se con il termine “spiritualità” si intende la ricerca di Dio volta all’interno di sé, e in essa la fede si esprime con un carattere più personale e meno dogmatico, ma più aperto alla sperimentazione, allora la designazione più corretta per identificare l’induismo non è “religione” bensì spiritualità.
“Il dharma hindu rappresenta piuttosto il bosco umano della spiritualità in varie forme concrete per cercare di essere pienamente uomo.”
Nell’analizzare l’idea di natura in un contesto ecologico si esaminerà anche la concezione dei cinque grandi elementi (pañcamahābhūta), citati nella filosofia Sāṃkhya che costituiscono il fondamento dell’intero sistema filosofico indù ortodosso.
Nell’affermazione ricorrente “l’Uno è il Tutto” si supera il principio di antropocentrismo il quale nega la bilateralità del rapporto con la natura; nega il “diritto naturale” degli esseri. Senza questo superamento ogni discorso etico ed ecologico è vano. Il sacro è il legame che avvicina a Dio, per realizzare il Sé. Nell’idea che tutto è sacro vi è intrinseco un profondo rispetto verso tutte le persone e gli esseri animati e inanimati; quindi, nell’induismo si trova anche il concetto moderno di “ecologia”: la dedizione totale verso tutti gli esseri mantiene l’equilibrio degli ecosistemi.
Si accennerà inoltre alla prospettiva ecologica e non violenta attingendo all’ambito della mitologia (Śiva parīvār) e del rito. Si evidenzierà quanto sottile sia la connessione tra il rito e la natura; la natura è santificata nell’abbraccio del rito, che offre una strategia tradizionale per celebrarne la fertilità e la creatività (Durgā pūjā).
Si proporrà una Riflessione conclusiva citando la visione del sommo Poeta Rabindranath Tagore di cui si riporta un piccolo estratto: “Quindi la realizzazione della nostra affinità col Tutto, della nostra compenetrazione in ogni cosa per mezzo dell’unione con l’Assoluto, fu in India considerata come fine e compimento ultimo dell’umanità.”
Svamini Hamsananda Ghiri è una monaca induista, vive nel monastero Matha Gitananda Ashram di Altare (Savona). È vicepresidente dell’Unione Induista Italiana – Sanatana Dharma Samgha. È presidente della Commissione per il Dialogo Interreligioso dell’Unione Induista Italiana. È Presidente Onorario di Religion for Peace. È direttrice della Casa Editrice Laksmi e curatrice della Collana “Santi e Yogin”. Ha pubblicato articoli e contributi su riviste e in Atti di convegni a cui ha preso parte. È consulente di cultura indù presso numerosi Enti, Università pontificie e Comitati interreligiosi e scientifici. Dal 2019 è membro del Comitato scientifico “Giornalismo e tradizioni religiose” – coordinato dalla Pontificia Università della Santa Croce e dal Centro Studi Medio Oriente. Nel 2020 ha preso parte al progetto “Religions from the inside”, promosso dalla Facoltà di Teologia dell’Università di Lugano.