Nel settore dei trasporti il passaggio dall’artigianato meccanizzato alla produzione industriale, che in Italia si impone definitivamente solo con il secondo dopoguerra, viene espresso nella Wolfsoniana attraverso alcuni oggetti emblematici: la bicicletta della ditta Giuseppe Bianchi di Firenze, l’attuale Betamotor, con i cerchioni delle ruote in legno; la turbonave Conte di Savoia e la Littorina Fiat, orgoglio di un’Italia fascista ansiosa di affermare il suo primato in ogni campo; infine la Vespa 125, prodotta dalla Piaggio nel 1949 e diventata inequivocabilmente uno degli emblemi dell’Italia del boom economico.
