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Fondazione Palazzo Ducale Genova
giovedì 14 marzo 2024 – clicca qui per prenotare
ore 9 Sala del Maggior Consiglio | Walter Barberis, Città libere, città di libri
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Da subito, dopo la diffusione della stampa, le città più libere da vincoli politici o religiosi sono state luoghi di editoria. Qui hanno trovato stampa e diffusione i libri ritenuti pericolosi dai poteri costituiti, rapidamente messi all’Indice dalla Chiesa secondo il dettato della Controriforma e da occhiuti sistemi polizieschi, tipici dei sistemi monarchici o aristocratici meno aperti, che hanno proibito la circolazione di pensieri e teorie ritenute eterodosse. Anche in Italia. È sui bordi della penisola, a Torino, dopo il 1848, che si sviluppa una fioritura dell’editoria; con lo Statuto Albertino, che sancisce libertà di associazione, di stampa e di culto, si apre una stagione di forte immigrazione nella città subalpina di intellettuali e uomini politici da ogni parte della penisola. Dopo l’Unità queste libertà contaminano altre importanti città italiane. Le libertà, tuttavia, sono un bene fragile. Con il fascismo l’Italia vive di nuovo un periodo di chiusura. Con l’avvento della Repubblica e l’entrata in vigore della Costituzione, la libertà di stampa e la circolazione delle idee è assicurata. Ma è un terreno che va continuamente protetto e coltivato.
Walter Barberis, professore ordinario di Storia Moderna e titolare della cattedra di Metodologia della ricerca storica presso l’Università di Torino. Specializzatosi in storia con Jacques Le Goff, ha poi conseguito il PHD con Ruggiero Romano all’Ecole del Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi.
Ha lungamente lavorato in editoria, alla Casa editrice Einaudi, di cui è presidente.
ore 10, Sala del Maggior Consiglio | Giovanni Boniolo, È la scienza che ci rende liberi o c’è la scienza perchè siamo liberi?
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Nel corso dei secoli, testi scientifici e filosofici hanno avuto un impatto dirompente e aperto nuove prospettive di pensiero. Il loro portato rivoluzionario aveva però parallelamente suscitato dibattiti, polemiche e non raramente censure. Attraverso casi storici si mostrerà la relazione fra libertà di pensiero e libertà di ricerca scientifica
Giovanni Boniolo, laureato in Fisica e in Filosofia, è un filosofo della scienza. Ha lavorato presso le Università Padova, Milano, Ferrara ed è Ambasciatore Onorario della Technische Universität München.
ore 11.15, Sala del Minor Consiglio | Antonio Brusa, Il manuale. Un libro che imprigiona la mente dei ragazzi o che fa conoscere un mondo?
Una anti/lezione non manualistica, fatta in cooperazione con gli studenti.
Il manuale è un libro ambiguo. Può indicare qualcosa fatto alla perfezione (“un gol da manuale”) e un qualcosa, al contrario, di “noioso come un manuale”. La sua ambiguità si trasferisce nelle scuole. È una prigione che ingabbia il programma di studi, ma è anche una garanzia per gli studenti, che altrimenti dovrebbero studiare su appunti dettati dai professori. Ma, per quanto introdotto con uno scopo garantista, il manuale può diventare uno strumento di controllo della formazione. Gli studenti interverranno per decidere le alternative che di volta in volta il relatore porrà durante l’anti/lezione.
Antonio Brusa ha insegnato Didattica della Storia presso le Università di Bari e di Pavia. È presidente della SiDidaSt Società italiana di didattica della storia.
ore 12.15, Sala del Maggior Consiglio | Bernard Friot, La libertà del lettore
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In dialogo con il noto e amatissimo autore di libri per bambini e ragazzi, una lezione/laboratorio per riflettere sul rapporto dei giovani con la lettura e su come cambiano le loro abitudini.
Bernard Friot, insegnante, scrittore e traduttore francese, ha pubblicato oltre ottanta libri per ragazzi e adolescenti. Premio Andersen nel 2019 come Protagonista della cultura per l’infanzia.
venerdì 15 marzo 2024 – clicca qui per prenotare
ore 9, Sala del Maggior Consiglio | Anna Foa in dialogo con Paolo Di Paolo, Dalla storia al romanzo
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Che cosa distingue un romanzo, o anche un romanzo storico, da una narrazione storica? Naturalmente, oltre alla scrittura, il fatto che nel romanzo sono presenti, in maniera più o meno ampia, elementi inventati dal narratore. Ma cosa vuol dire inventati? vuol dire che l’autore introduce in piena libertà elementi non storici oppure che mantiene un criterio per cui i fatti non storici potrebbero essersi verificati? introduce cioè, per le invenzioni, un criterio di plausibilità? tutte le scelte sono legittime, ovviamente. Tuttavia, proprio la loro diversità apre alla possibilità di un ampio ventaglio di generi, i cui estremi sono da una parte la fiction, dall’altra la narrazione storica, ma dentro i quali le possibilità di modulare il rapporto tra storia e fiction sono molteplici.
Anna Foa ha insegnato storia moderna all’Università “La Sapienza” di Roma.
Si è occupata principalmente di storia sociale e culturale della prima età moderna, di storia dell’Inquisizione, di storia degli ebrei.
Paolo Di Paolo è scrittore e drammaturgo. Suoi romanzi sono stati finalisti al Premio Strega e Premio Strega Ragazze e Ragazzi. Scrive per “la Repubblica e “L’Espresso”.
ore 10, Sala del Maggior Consiglio | Luciano Canfora, Libro e libertà
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La storia dei libri è, in larga parte, la storia della loro distruzione. Non già quella, pur in parte rimediabile, dovuta agli imprevisti accidentali, ma quella che gli uomini, consapevolmente e sterilmente, compiono per cancellare un pensiero o addirittura il pensiero. Sterilmente: giacché anche i libri condannati vivono «occultamente circolanti» come scrisse lo storico latino Cornelio Tacito. La storia della censura è dunque una storia di delitti e di fallimenti. Ma c’è anche un’altra storia, neanche essa innocente. È il tentativo di imporre un unico libro come detentore della verità: un libro che talora esplicitamente condanna tutti gli altri. L’intreccio tra libertà e libro è dunque arduo e passibile di costanti derive allarmanti. Non basta, per rasserenarsi, evocare la esteriore identità verbale onde “liber”, in latino, significa sia libro sia libero.
Luciano Canfora è professore emerito dell’Università di Bari, dirige i Quaderni di storia e collabora con il Corriere della Sera
ore 11, Sala del Minor Consiglio | Alberto Salza, Civiltà senza libri. Lo sguardo e l’ascolto: senza e oltre il libro
Oggi, circa due miliardi di persone vivono senza saper aver mai saputo né leggere né scrivere. Senza libri, le percezioni e le memorie del mondo di queste persone si basano su osservazione diretta, trasmissione orale e mnemotecnica dell’ambiente circostante e dei manufatti, i cui segni e simboli noi non riusciamo a decifrare tramite i moderni sistemi alfanumerici. Esibiremo numerosi oggetti provenienti dall’Africa: sono “cose che parlano”. Ci consentono di entrare nella loro genesi e nelle narrazioni dove, al posto del libro, la rappresentazione di interi mondi si concretizza tramite lo sguardo e l’ascolto. Esploreremo anche il modo in cui questi modelli di conoscenza potranno integrarsi con la scrittura e le future tecnologie di comunicazione, interpretazione e archiviazione della Storia.
Alberto Salza, ricercatore freelance di antropologia, etnografia ed ecologia, da oltre cinquant’anni studia sul campo, quasi sempre a piedi e soprattutto in Africa, le popolazioni umane e le loro espressioni materiali e culturali.
ore 11.15, Sala del Maggior Consiglio | Giovanni Carletti, Bernardo Zannoni, Chiara Belliti, Sante Bandirali
Libertà di scrivere, libertà di pubblicare
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Un editore, uno scrittore, un editor e un traduttore a confronto per ripercorrere la storia di un libro, dal suo concepimento alla diffusione sul mercato, in un rapporto dialettico con il suo contesto.
Giovanni Carletti è editor presso gli Editori Laterza
Bernardo Zannoni, scrittore, con I miei stupidi intenti (Sellerio 2021) ha vinto il premio Campiello 2022.
Chiara Belliti è editor freelance, traduttrice e docente presso la Scuola Holden.
Sante Bandirali è editore di uovonero, traduttore e autore. Come traduttore ha vinto il Premio Strega Ragazze e Ragazzi 2020 con il romanzo Una per i Murphy di Lynda Mullaly Hunt
ore 12.15, Sala del Maggior Consiglio | Francesco D’Adamo, La resistenza di Giuditta
Francesco D’Adamo racconta storie di coraggio, ribellione e dignità per spiegare il mondo in cui viviamo a quelli che lui definisce degli adulti che hanno provvisoriamente 13/14 anni. Nell’incontro ritroveremo le storie di alcuni dei suoi personaggi più amati, da Iqbal, ragazzino pakistano che lotta contro lo sfruttamento del lavoro minorile, a Ismael, partito dalle coste dell’Africa per cercare un futuro al di là del Mediterraneo; fino a quella di Giuditta, bambina ebrea cieca le cui vicende si intrecciano con quelle della Resistenza.
Francesco D’Adamo è scrittore, giornalista e insegnante.