03 Giu 2021, ore 11:00
Le indagini diagnostiche rappresentano l’insieme delle analisi scientifiche applicate alle opere d’arte per accertarne le caratteristiche materiali. Esse includono indagini di diversa natura (fisiche, chimiche, biologiche, fotografiche) in grado di mostrare l’opera d’arte, e in particolare i dipinti, sia negli strati più interni sia nei più piccoli particolari presenti sulla superficie pittorica. Questa visione accresciuta fornita dalle indagini diagnostiche consente di valutare in primo luogo lo stato di conservazione delle opere (da cui deriva il termine di ‘diagnostica’ mutuata dalla medicina), ma al contempo di studiarne approfonditamente le tecniche esecutive e i materiali adottati dagli artisti.
Tralasciando la descrizione scientifica delle varie tipologie d’indagine con le diverse strumentazioni utilizzabili, si intende evidenziare il contributo che esse forniscono allo storico dell’arte nella ricostruzione della genesi progettuale dell’opera seguendone le progressive fasi esecutive, come se ci si trovasse all’interno della bottega dell’artista.
Per raccontare tale processo di ricostruzione si propone un ciclo di conferenze dal carattere divulgativo su alcuni casi di studio e la sede del Palazzo Ducale di Genova è particolarmente significativa poiché fu proprio nella sede universitaria della città che negli anni 1970 presero avvio le ricerche sulla storia delle tecniche artistiche, oggi conosciute e adottate nel più ampio panorama internazionale degli studi.
La conferenza presenta le indagini diagnostiche condotte sulla Bibbia duecentesca di San Bonaventura (Viterbo, Biblioteca del Centro Didattico Diocesano), ricca di oltre ottanta miniature e posta a confronto con un’altra Bibbia coeva (Viterbo, Biblioteca degli Ardenti), al fine di studiarne le diverse tecniche esecutive e l’organizzazione dello scriptorium monastico di provenienza.
Il 31 luglio 1460 veniva collocata sull’altar maggiore della basilica di San Zeno a Verona la pala tripartita che Andrea Mantegna aveva eseguito su commissione dell’abate Gregorio Correr. Si trattava di un’opera imponente, cui l’artista aveva lavorato per tre anni, in modo pressoché esclusivo. La conferenza illustrerà le fasi di questo complesso lavoro, soffermandosi in particolare sugli aspetti relativi alla progettazione, svelati grazie all’esistenza di alcuni disegni preparatori e alla luce dei dati provenienti dall’indagine nell’infrarosso, che ci permette di apprezzare l’underdrawing presente sotto allo strato del colore.
Mattia Preti ha una lunga vita artistica che gli consente di lavorare in diverse città italiane e maltesi. Di nascita calabrese, si forma a Roma presso la bottega del fratello Gregorio dopo alcuni viaggi che lo portano anche a un soggiorno napoletano si stabilirà nell’arcipelago maltese. Le indagini diagnostiche, eseguite su molti dipinti dei diversi periodi, per l’individuazione dei materiali utilizzati dall’artista, ci permettono di comprendere dove l’opera è stata eseguita e se in collaborazione con il fratello oppure progettati in autonomia.
Le indagini scientifiche condotte anni fa sul Tondo Doni di Michelangelo in occasione del suo restauro da parte dell’Opificio delle Pietre Dure hanno mostrato delle particolarità insolite a livello del supporto ligneo e della preparazione gessosa: in particolare è stato accertato che le tavole utilizzate erano già tarlate prima di ricevere l’ingessatura. Proporremo una serie di confronti con dipinti attribuiti a Michelangelo, soprattutto dalla critica anglosassone, come la Madonna di Manchester e La deposizione di Cristo nel sepolcro (Londra, National Gallery), studiati da un punto di vista tecnico, e con alcune opere di un possibile collaboratore del maestro, anch’esse oggetto di analisi materiche. Vedremo come anche i dipinti citati presentino particolarità esecutive degne di nota, che rimandano ad un aspetto della prassi delle botteghe rinascimentali non abbastanza noto, quello di delegare la scelta dei supporti lignei ad artigiani specializzati, i cosiddetti ingessatori, documentati nel Quattrocento e all’inizio del XVI secolo.