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Fondazione Palazzo Ducale Genova
Dialogo tra Graziano Lingua e Lauro Magnani
L’intervento di Graziano Lingua affronterà il modo con cui la tradizione bizantina, prima, e poi l’intero mondo ortodosso hanno cercato di legittimare la pretesa dell’icona di rappresentare l’irrapresentabile. Partendo da uno dei “miti fondatori” dell’icona, ovvero le immagini non fatte da mano d’uomo (achiropite), si cercherà di far vedere la valenza essenzialmente teologica delle immagini del cristianesimo orientale. Le scelte tecniche, la concezione dello spazio e l’uso dei colori rientrano tutte in un registro dell’immagine in cui è Dio stesso a rendersi visibile nella figura e non l’artista a “creare” la rappresentazione. Questo tratto dell’immagine iconica si fonda su un “realismo metafisico” e pretende di essere molto più autentico del naturalismo che costituirà invece la grande matrice della cultura visiva occidentale, non solo cristiana. Proprio questo aspetto sarà considerato da Lauro Magnani in un intervento che, partendo dall’episodio del Noli me tangere e dalla raffigurazione dell’Incredulità di Tommaso, proporrà un percorso attraverso una serie di immagini scelte nella produzione pittorica cinquecentesca, attraverso il post–tridentino e fino all’affermarsi del naturalismo seicentesco, sottolineando la ricerca di un contatto sensoriale con il soggetto sacro teso a rendere percepibile, attraverso il «verisimile», l’immaginario e perfino l’esperienza irrapresentabile della visione mistica.
rassegna: Le rappresentazioni del Sacro