16 Ott 2020 — 18 Ott 2020, ore 10:00
Occidente è parola chiave della geopolitica. Spartiacque identitario dalla potente forza evocativa, legato a un’idea di civiltà dalle antiche radici, oggi interpretato e usato in diversi modi dalle maggiori potenze. In particolare dagli Stati Uniti, che se ne intestarono la guida durante la guerra fredda in contrapposizione all’Oriente “rosso” sovietico e/o cinese.
Come sta mutando l’idea regolativa di Occidente nel turbine creato dall’emergenza coronavirus che ciascuno cerca di virare a proprio vantaggio?
Ha ancora senso oggi parlare di Occidente, al singolare? Gli americani ci credono ancora, ed eventualmente come riconfigurano l’identità occidentale nel mondo d’oggi?
In che modo e misura noi italiani siamo occidentali? Che cosa resta della partizione fra europei occidentali e orientali, nel continente ridisegnato dal possibile ritorno della Germania nella storia? Come ci rapportiamo oggi alle potenze non o anti-occidentali, quali Russia, Cina, Turchia, e come queste vedono l’Occidente?
Tre giorni di riflessioni per rispondere a interrogativi che definiscono il nostro presente. E concorrono a delineare il nostro futuro.
La sfida tra Stati Uniti e Cina sta destabilizzando lo spazio euroatlantico. Le certezze della guerra fredda, che tenevano insieme l’area Nato, sono evaporate o rimesse in discussione. Oggi, molte tensioni dello scontro tra Cina e Usa si scaricano sui paesi europei. La crisi d’identità che investe gli Stati Uniti contribuisce al disordine nelle relazioni fra le due sponde dell’Atlantico. La frammentazione dello spazio europeo, che visto dagli Usa è sempre più segnato dalla partizione fra “Vecchia” e “Nuova” Europa, rende più ardua la ricomposizione delle fratture in atto. In questo contesto, anche la posizione dell’Italia è più incerta, come dimostrano l’apertura alle nuove vie della seta promosse dalla Cina e la conseguente reazione americana.
La mostra cartografica di Limes, attraverso 12 mappe in grande formato e una mappa murale, cercherà di mettere in evidenza le linee di faglia nello spazio euroatlantico, la loro profondità e il posizionamento dei vari Stati (e parti di essi) per meglio comprendere la direzione di questo deragliamento geopolitico.