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Fondazione Palazzo Ducale Genova
Ceramica e Grafica Futuriste
5 dicembre 2009 – 11 aprile 2010, prorogata al 2 maggio 2010
Mostra a cura di Silvia Barisione, Matteo Fochessati, Gianni Franzone e Maria Teresa Orengo
Catalogo: Silvana Editoriale
La mostra – organizzata dalla Wolfsoniana – Fondazione regionale per la Cultura e lo Spettacolo di Genova e dalla Regione Liguria – indaga la presenza della persuasione pubblicitaria e politica all’interno della produzione ceramica e grafica futurista degli anni venti e trenta.
Oltre a documentare la molteplicità delle esperienze formali che si svilupparono in questi ambiti di ricerca, l’esposizione rappresenta un momento di riflessione sulle dinamiche espressive di quella sottile linea di demarcazione che separa la persuasione pubblicitaria e la propaganda politica, cui i principali esponenti del movimento futurista adattarono i temi precipui della loro poetica: il culto della velocità e della modernità, dell’aggressività e della guerra, l’idolatria della macchina, l’ideale di un uomo nuovo, sportivo e ardimentoso.
La Liguria giocò un ruolo di primo piano nell’avventura della ceramica futurista. Se è vero che esempi di ceramica futurista vennero creati a Faenza negli anni venti, una vera produzione fu “istituzionalizzata” solo intorno al 1927 all’interno della Casa Giuseppe Mazzotti di Albisola, diretta dal celebre Tullio che nel 1938 firmò con Filippo Tommaso Marinetti il manifesto Ceramica e aeroceramica. Accanto al primato albisolese con opere degli artisti più noti (Nicolay Diulgheroff, Farfa, Fillia, Tato, Alf Gaudenzi, Giovanni Acquaviva e lo stesso Tullio), la mostra propone anche esperienze che, pur non potendo essere definite tout court futuriste, presentano tangenze con le creazioni del movimento marinettiano, come certa produzione delle Ceramiche Rometti di Umbertide o quella poco conosciuta della FACI (Fabbrica Artistica Ceramiche Italiane) di Civita Castellana.
Relativamente alla grafica, compaiono, oltre agli artisti già citati, i nomi di Fortunato Depero e Tullio Crali, mentre alcune opere rappresentano l’inizio dell’immagine promozionale coordinata per prodotti e aziende di livello nazionale, come Fernet Branca, Cora, Campari e Cinzano.
Come evento collaterale alla mostra, viene presentata una significativa selezione di argenti del milanese Arrigo Finzi (La Spezia 1890 – Milano 1973) che la figlia Olga Finzi Baldi ha affidato in comodato alla Wolfsoniana. Una parte della produzione di Arrigo Finzi, contrassegnata dal marchio “Sant’Elia”, riprendeva in chiave déco i modelli disegnati prima della guerra dal celebre architetto futurista Antonio Sant’Elia, con cui Finzi aveva stretto amicizia a Milano nel 1909.