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Fondazione Palazzo Ducale Genova
di Tommi Grönlund e Rikke Lundgreen
dal 19 al 22 giugno 2024, Teatrino di Palazzo Ducale
ingresso libero, dalle ore 16 alle 20
venerdì 21 giugno 2024 ore 17, listening room guidata
Museum of Sound (museo del suono) è un progetto nomade e in movimento, radicato nell’essenza del suono e dell’ascolto. Gli artisti Tommi Grönlund e Rikke Lundgreen hanno ideato l’iniziativa durante la preparazione della mostra “Mika Vainio 50Hz” al Museo di Arte Contemporanea Kiasma di Helsinki, nell’autunno 2020. Il compianto Mika Vainio (1963-2017) aveva l’abitudine di invitare gli amici a casa sua, per far ascoltare loro registrazioni musicali in silenzio, con la massima concentrazione. In Museum of Sound, l’obiettivo è creare una situazione simile, una stanza vuota piena di suoni.
Per l’edizione 2024 di Electropark, Museum of Sound sarà realizzato dal 19 al 22 giugno nello spazio del Teatrino di Palazzo Ducale, in collaborazione con il Conservatorio N. Paganini e l’Accademia Ligustica di Belle Arti. Una sala d’ascolto in cui i visitatori possano sedersi in completo silenzio e ascoltare una selezione curata appositamente per il tema del festival intitolato Resonances.
Tommi Grönlund e Rikke Lundgreen propongono una selezione di brani che spaziano dal catalogo di Mika Vainios, che abbraccia diversi decenni. I brani sono stati registrati sia a nome di Vainio che con i suoi pseudonimi Ø o Philus. Museum of Sound ha l’intenzione di riportare l’ascolto come attività focalizzata e prioritaria. Senza distrazioni, gli ascoltatori possono creare una narrazione a partire dalle proprie connotazioni e sperimentare semplicemente il suono.
In occasione dell’opening il 19 giugno e della Festa della Musica del Conservatorio N. Paganini del 21 giugno, Grönlund e Lundgreen accompagneranno il pubblico in una sessione di ascolto guidato.
L’impatto di Mika Vainio sulla musica elettronica, sia in Finlandia che nel resto del mondo, è indiscutibile. E’ stato anche un rispettato artista contemporaneo le cui installazioni sonore minimaliste erano note per la loro fisicità, il calore analogico e la durezza elettronica. La sua carriera internazionale nel campo della musica elettronica ambient e noise è stata molto ampia. Il suo nome è diventato noto agli appassionati di musica elettronica grazie al duo Pan Sonic, fondato nel 1993 (fino al 1998 Panasonic). Vainio ha tratto ispirazione da un’ampia varietà di fonti, dalla scienza, dai film, dai libri e dagli ambienti quotidiani. Lo stato d’animo è sempre stato fondamentale nelle sue creazioni, in cui i silenzi – le assenze di suono – sono altrettanto importanti di ciò che sentiamo.
Museum of Sound crea eventi e interazioni per intrecciare musica, altre arti e varie attività sociali. Il suo scopo è quello di presentare il suono in un campo esteso. Museum of Sound può esistere in diverse forme e dimensioni, anche fisiche e mediatiche. Ciò include un ambiente in cui il pubblico può ascoltare una selezione di musica o audio curata. Museum of Sound ha curato una serie di sale d’ascolto e installazioni sonore in vari locali e istituzioni a Porto (Fondazione Serralves), Barcellona (Fondazione Tapies), Berlino, Francoforte e Ginevra.
Rikke Lundgreen è un’artista e curatrice di mostre ed eventi basati sul suono. Amministra lo studio, l’archivio e le collezioni di dischi e libri di Mika Vainio, che rimane a Oslo, dove ha vissuto con Lundgreen. Ha fondato Museum of Sound con Tommi Grönlund nel 2020. Come artista, Lundgreen lavora con una serie di tecniche come il suono, il film, il disegno e l’installazione. Un evento performativo è spesso il punto di partenza per le installazioni. Insieme all’artista Anna Carin Hedberg e attraverso il Nationalmuseum di Oslo, sta attualmente conducendo un progetto di ricerca sul disegno in ambito espanso.
Tommi Grönlund è un artista e dirige l’etichetta discografica Sähkö Recordings, che ha fondato con Mika Vainio nel 1993. La sua pratica artistica, in collaborazione con Petteri Nisunen, utilizza una varietà di materiali e tecnologie, dagli oggetti alla luce e al suono. Spesso utilizza correnti elettriche o semplici forze gravitazionali per creare opere silenziosamente evocative e di grande impatto formale.
Electropark 2024 – Resonances
Electropark è un festival multidisciplinare di musica elettronica e arti performative organizzato dal 2012 da Forevergreen, associazione impresa sociale che si propone di produrre cultura e di sviluppare progetti culturali innovativi per istituzioni culturali, associazioni ed enti del terzo settore, e di valorizzare il territorio.
Il titolo della 13° edizione di Electropark RESONANCES richiama l’ambito sonoro e musicale ma ruota anche intorno ambiti diversi, dalla fisica alla chimica, e rimanda all’effetto di risonanza, riverbero, amplificazione, oscillazione e vibrazione di suoni, ma anche di molecole, energie, campi magnetici e più in generale di azioni. Tema unificante di RESONANCES sono infatti le pratiche collettive, ovvero azioni artistiche che vanno “in risonanza”, nei diversi ambiti disciplinari toccati dal festival: musica elettronica, arti visive, teatro, performance e danza.
Le pratiche collettive possano essere la base di profonde trasformazioni in ambito culturale e non solo. Secondo le parole del curatore nigeriano Okwui Enwezor: “La collettività mette in atto un’operazione di irruzione e trasformazione dei meccanismi e attività tradizionali della produzione artistica che individua come autore la figura solitaria dell’artista”.
RESONANCES dà spazio a pratiche collettive e collaborative, consapevoli che le diverse emergenze che il pianeta sta attraversando – politica, ecologica, pandemica, umanitaria, economica, sociale, … – pongono l’umanità di fronte all’urgenza di prendersi cura del mondo e degli altri esseri umani e non, di entrare in relazione profonda, di immaginare futuri possibili attraverso azioni che possano entrare in risonanza.
La filosofa e fisica teorica statunitense femminista Karen Barad ha coniato il termine “intra-azione” per sostituire “interazione” concependo la partecipazione, l’agency, non come una proprietà intrinseca, ma come un dinamismo di forze in cui tutte le ‘cose’ designate ad agire sono in costante scambio e diffrazione, influenzandosi e lavorando inseparabilmente. Come nel dancefloor, inteso come spazio di condivisione: un unicum nella creazione di condizioni favorevoli per un agire performativo di riconoscimento reciproco senza giudizio e per la creazione di relazioni interpersonali attraverso movimenti corporei che generano e propagano una sinergia di forze nell’ambiente circostante, emanando senso di vicinanza e appartenenza, protezione e solidarietà generalizzata, performatività senza competizione.