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Cinzia Pieruccini

30 Gen 2017, ore 17:45

L’India antica ha elaborato concezioni molto particolari del femminile e del rapporto fra i sessi.
La società relega la donna in una posizione marginale, ma per varie correnti religiose comprese nell’induismo, la divinità somma è femmina, o comunque nel femminile è riconosciuto un potere che può condurre alle supreme mete spirituali. D’altro canto al kāma, cioè al desiderio e alla sua soddisfazione, è assegnato un posto fondamentale nella vita sociale, e questo si traduce, come ci mostra la tradizione sanscrita, nell’esigenza di educare uomini e donne a tutto ciò che ruota intorno alla sessualità. Nell’India di oggi, con queste concezioni si possono osservare vuoi continuità, vuoi profonde fratture.

Cinzia Pieruccini è professore di Indologia e di Storia dell’arte dell’India nell’Università degli Studi di Milano. Fra le sue numerose pubblicazioni si annoverano la traduzione dal sanscrito in italiano del Kāmasūtra di Vātsyāyana (Marsilio, 6° ed. 2001), e una Storia dell’arte dell’India in due volumi (Einaudi, 2013).


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