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Fondazione Palazzo Ducale Genova
Aldo Grasso è professore di Storia e critica della televisione presso l’Università Cattolica di Milano e direttore scientifico del Ce.R.T.A. (Centro di Ricerca sulla Televisione e gli Audiovisivi) da lui fondato. Dal 1990 è critico tv ed editorialista per il «Corriere della Sera». Ha diretto i programmi radiofonici della Rai nella stagione ricordata come “dei professori” (1993-1994). Oltre a essere autore della “Storia della televisione italiana” (1992) e della “Enciclopedia della televisione” (1996), ha pubblicato, fra l’altro, “Che cos’è la televisione” (con M. Scaglioni, 2003), “Buona maestra” (2007), “Fenomenologia di Fiorello” (2008), “Televisione convergente” (con M. Scaglioni, 2010), “Storie e culture della televisione italiana” (2013), “La nuova fabbrica dei sogni” (con C. Penati, 2016), “Storia critica della televisione italiana” (2019).
La storia nella piazza televisiva
La relazione fra storia e media rappresenta una questione nota e spesso affrontata nel dibattito accademico e culturale, su cui oggi si è accesso un rinnovato interesse, soprattutto in ambito internazionale, da parte di differenti settori: istituzioni e professionisti della comunicazione, archivisti e storici, studiosi dei media e mondo della cultura, individuano nel rapporto tra media audiovisivi e storia un campo di analisi particolarmente significativo per le questioni che solleva e per la loro ricaduta sulla comprensione del presente.
La rappresentazione audiovisiva della storia diffusa da media tradizionali (la tv, il cinema) e “nuovi” (quelli digitali) è riconosciuta oggi come il linguaggio della memoria, la fonte del discorso storico per eccellenza, l’espressione condivisa della nostra “storia pubblica”. La fonte audiovisiva diventa così un materiale imprescindibile per comprendere e raccontare il Novecento e il primo ventennio del nuovo Millennio.