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Loggia degli Abati

Fondazione Palazzo Ducale Genova

Fotografie di Alessandro Dominici
Testi di Federico Sirianni Genova va vista in bianco e nero.
Un po’ come la vedono i cani o i gatti.
Io l’ho sempre guardata così. Mostra fotografica di Alessandro Dominici, con “piccoli versi in forma di canzone” di Federico Sirianni.
Una mostra composta da 35 fotografie aventi come soggetto la città di Genova, con particolare interesse rivolto al suo centro storico.
È organizzata in collaborazione con ALICUBI, Società di Comunicazione torinese, la Piccola Società Cooperativa IL BALLATOIO con sede a Gavi (AL) e l’Associazione Culturale CELLULOIDE di Torino. Si tratta di un lavoro svolto con lo spirito di cogliere alcuni appunti visivi, girovagando senza una meta precisa e lasciandosi catturare dagli inevitabili contrasti che una città come questa sa offrire.
Sono fotografie in bianco e nero in formato panoramico che, dal centro storico, si spostano verso le più moderne zone commerciali, luoghi che assumono caratteristiche assolutamente differenti per quel che riguarda il paesaggio e l’atmosfera, ma che convivono fianco a fianco senza soluzione di continuità.
I testi introduttivi alle 3 stanze dell’esposizione sono scritti da Federico Sirianni, con l’intento di condurre il visitatore in questo itinerario genovese di forti contrasti e di prospettive davvero poco consuete. ALESSANDRO DOMINICI, 35 anni, fotografo pubblicitario torinese, arriva alla prima mostra personale dopo numerose esposizioni collettive a Modena, Roma, Torino. Selezionato dalla Kodak fra i rappresentanti italiani nel concorso “Kodak European Award”. Svolge inoltre attività di regista e direttore della fotografia e, in questo ambito, ha realizzato un cortometraggio con Franco Nero.
Della sua esposizione Alessandro Dominici dice: “Non vorrei che i genovesi pensassero che ho ritratto la loro città in bianco e nero per risparmiare sui costi”. FEDERICO SIRIANNI, 34 anni, cantautore genovese, selezionato al Premio Tenco nel ’93, Premio Regionale Ligure per la canzone d’autore nel ’94, ha pubblicato recentemente il suo primo lavoro discografico “Onde clandestine” e ha all’attivo dieci anni di concerti e spettacoli di teatro canzone. Vive a Torino da alcuni anni, ma Genova resta un set preferenziale per i suoi racconti e le sue canzoni. ZUARISOREO …una risata a denti stretti, ma non potrebbe essere altrimenti in una città dove la larghezza e l’estensione non sono così comuni. Dove ti tocca salire e scendere in continuazione ed il vecchio e il nuovo non si mescolano ma si danno il cambio, ognuno con i suoi ritmi e le sue andature. Luogo di demarcazioni, di sfumature assenti, dove anche il cielo lo vedi incorniciato. Così, una città piena di particolari minuti e sviluppata in altezza, siamo costretti a vederla in orizzontale, a mettere in relazione tra loro vicoli e portoni. Un modo per volerla espandere e permettere quello sguardo che sarebbe possibile solo ruotando la testa da un lato all’altro. L’uomo è praticamente assente e, se appare, è solo per aiutarci ad afferrare le proporzioni, più come “prigioniero” dello spazio che come suo ideatore.
Insomma, Zuarisureo non potrebbe essere altrimenti.