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Fondazione Palazzo Ducale Genova

Alla scoperta di una civiltà perduta Giunge a Palazzo Ducale, per la prima volta in Europa, una grande mostra di reperti archeologici della civiltà pre-incaica Tiwanaku. Tiwanaku, una delle culture più ricche ed importanti dell’antica America Latina, si sviluppò nel cuore di un preciso contesto geografico; più esattamente sull’altipiano dell’attuale Repubblica Boliviana: una vasta meseta incastrata tra i due bracci della Cordigliera delle Ande e incorniciata da cime imponenti che svettano oltre i 6.000 metri. A partire dal suo epicentro culturale, situato in prossimità del lago Titcaca, Tiwanaku costituì il primo stato andino con un territorio centrale. La sua benefica influenza civilizzatrice e culturale si estese oltre l’altipiano e le valli delle immediate vicinanze, allargandosi fino a coprire la parte occidentale e quella centrale della attuale Repubblica Boliviana, il nord-est argentino ed il litorale del Pacifico da Kopayapu verso il nord. Sotto il suo influsso si creò uno stato parallelo nella Sierra peruviana, conosciuto come Wari-Tiwanacu. Il suo spazio centrale, unito alle aree di influenza, abbracciava un’estensione superiore ai 600mila chilometri quadrati. Le primissime tracce di Tiwanaku risalgono a più di 3000 anni fa quando, dall’altra parte del mondo, i Greci davano forma a piccole tribù sulle rive del Mediterraneo e gli Egizi conquistavano la Siria e l’Etiopia. Il suo vero e proprio inizio fu contemporaneo a quello dell’Epoca Romana (500 AC – 100 DC).
Il suo momento di maggior splendore coincise con il periodo dell’Impero Bizantino, dell’Islam di Maometto e dell’epoca Sui, Tang e Sung nella Cina. La sua fine fu parallela alla civilizzazione Maya in Centro America e all’epoca di Gengis Khan (1000-1470 DC).
Fu la cultura più longeva del continente sudamericano. Lo stato di Tiwanaku esercitò la sua influenza su vasti spazi del Sud America, attraverso una complessa articolazione di apparati ideologici e tecnico-amministrativi molto ben strutturati. La potenza economica sviluppatasi con l’uso di tecnologie agricole che copiavano i modelli della natura, con profondo rispetto verso di essa e comprensione delle leggi che la governavano, produsse una importante specializzazione nel lavoro, fatto che, in ultima analisi, generò una palese differenziazione. Una parte della popolazione, infatti, fu capace di dedicarsi a tempo pieno alla pianificazione di un ordine sociale; un’altra all’esecuzione di opere di vera e propria importanza materiale ed anche al perfezionamento di un pensiero sintetizzabile in una molteplice ed artistica simbologia. Tutto ciò permise alla civiltà Tiwanakota di avere un imponente numero di corporazioni artigianali dedite ai lavori in metallo, legno, ceramica e tessuti con una qualità ed una perfezione mirabili. La mostra di Palazzo Ducale, i cui reperti archeologici provengono dal Museo Nazionale di Archeologia e dal Museo di Metalli Preziosi della Bolivia, è presentata in un efficace contesto scenografico realizzato con grafici, plastici e testi esplicativi. I 237 reperti in mostra, tra cui ori, argenti, terrecotte ed importanti stele litiche, permettono ai visitatori di comprendere l’alto valore di tale cultura e quale contributo essa abbia dato all’evoluzione di molte popolazioni dell’America Latina. A complemento della mostra sono previste visite guidate e attività collaterali. Dopo il debutto a Genova, la mostra si sposterà in altre città italiane fra cui Firenze, Milano e Roma.