Salta al contenuto

Fondazione Palazzo Ducale Genova

Le collezioni di un principe

La mostra è dedicata a un principe di casa Savoia, Odone, duce di Monferrato, lo sfortunato figlio di Vittorio Emanuele II che morì, non ancora ventenne, a Genova, dopo un’esistenza breve e tormentata.

Essa non vuole soltanto offrire al pubblico le straordinarie collezioni archeologiche, numismatiche, artistiche, naturalistiche da lui raccolte, con appassionata intelligenza, nei quattro anni che trascorse a Genova: si propone anche di restituire, con allusioni decorative e spaziali, l’atmosfera, il gusto, gli arredi dei palazzi e degli ambienti genovesi dove il giovane principe passò gli ultimi anni, e il clima intellettuale che lo circondava.Affetto fin dalla nascita da una grave malformità fisica, e perciò emarginato dalla vita di corte e familiare, ma dotato di una forza di volontà e di un carattere per molti aspetti davvero eccezionali, ad appena quindici anni Odone elesse, a causa della mitezza del clima e della vicinanza al mare – che fu sempre una sua grande passione – Genova a propria residenza.

E in questa città trascorse gli anni forse più felici della sua vita: lontano dall’ufficialità della corte torinese, si legò ad alcuni dei nomi più prestigiosi della cultura contadina – Santo Varni, già artista e collezionista affermato, fu di Odone consigliere e amico; Tammar Luxoro e Pasquale Domenico Cambiaso gli furono maestri – istituì stretti e positivi rapporti con le accademie e gli istituti culturali della città, e decise infine di assumere un ruolo preciso: quello di principe munifico, protettore e promotore delle arti e delle opere dell’intelletto.

Di intelligenza vivace e intraprendente quanto costretta era l’esistenza, curioso di tutti gli aspetti della cultura, sia umanistica che scientifica, riuscì, in pochi anni, a realizzare una collezione straordinaria, per varietà e, soprattutto, per qualità.Le sue raccolte archeologiche – delle quali, grazie a recenti ricerche, possiamo oggi ricostruire la provenienza – accolgono reperti di eccezionale valore, che documentano alcuni dei più importanti siti archeologici esplorati nell’Ottocento.La sua collezione d’arte contemporanea – alla quale i recenti restauri, realizzati per questa occasione, hanno restituito l’originario splendore – sono ricche di opere di artisti – Ernesto Rayper, Pasquale Domenico Cambiaso, Tammar Luxoro, Giuseppe Bellucci, Gabriele Castagnola, Alfredo D’Andrade, Vincenzo Cabianca, Luigi Bechi – che la connotano in senso chiaramente “unitario” e nazionale, e dimostrano la progressiva apertura del giovane verso le esperienze più nuove della pittura en plain air; ed anche tra le opere d’ “arte antica” spicca un autentico capolavoro, quale la Carità di Jan Massys.Il percorso espositivo rende la complessa varietà degli interessi e delle raccolte del giovane, presentando fotografie, volumi, strumenti scientifici dell’epoca, “cineserie”, le ricche collezioni malacologiche e numismatiche, dando tuttavia particolare rilievo, com’è ovvio, agli accezionali reperti archeologici e alle opere d’arte, specie nel nostro Ottocento.

Alla morte di Odone – avvenuta nella notte tra il 21 e il 22 gennaio 1866, nel Palazzo Reale di Genova – Vittorio Emanuele, da cinque anni primo sovrano d’Italia, esaudendo l’esplicito volere del figlio, donò a Genova le sue ricche collezioni di Belle Arti e Industrie antiche. Esse andarono a costituire il fondamento del patrimonio artistico della città ed il primo nucleo dei musei civici.

Questa mostra vuole essere un omaggio al principe, e alla sua ostinata passione di collezionista, da parte della città che amò, fino a farle l&rsquo:estremo dono del suo “privato” museo.

Catalogo Edizioni Mazzotta, www.mazzotta.it