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Cortile Minore

Fondazione Palazzo Ducale Genova

Diciassette donne che con il loro volto, nome e attività invitano a riflettere sulla violenza nascosta, non denunciata, subita ma invisibile. Una straordinaria testimonianza civile di grande e immediato impatto emotivo. La Fondazione per la Cultura Palazzo Ducale ha condiviso e realizzato l’idea di Nicla Vassallo nella convinzione che fare cultura pubblica è anche contribuire alla crescita degli spazi di responsabilità e di coscienza. Larga parte delle violenze non denunciate sono consumate all’interno di modelli culturali e comportamenti socialmente condivisi. Un livello più alto di consapevolezza comporterebbe di per sé la riduzione della rimozione collettiva di una drammatica realtà con cui conviviamo o la sua assunzione come semplice dato statistico. E svelare la violenza è uno dei modi per limitarla, impedirne il mascheramento. È questo il senso della nostra iniziativa resa possibile dal talento e dalla generosità di Gianni Ansaldi e Mario Benvenuto.

Marta Vincenzi, Sindaco:
“Il tema della violenza contro le donne è entrato nel dibattito internazionale solo recentemente e ancora allo stato attuale è controverso, incontra resistenze e conflittualità.
Le uccisioni e gli stupri sono solo gli aspetti più drammatici della violenza sulle donne, che si manifesta sotto varie forme ed è endemica nei paesi industrializzati come in quelli in via di sviluppo, trasversale alle classi sociali e ai livelli di formazione, colpendo a qualsiasi età, nelle aree di conflitto e in quelle di pace.
È terribile che, attenendoci ai dati ufficiali, nel mondo una donna su tre sia stata picchiata, stuprata, mutilata, assassinata e che oltre 14 milioni di donne in Italia abbiano subito una violenza fisica, sessuale o psicologica.
Inquieta che questa realtà sia sommersa, che tenda ad essere pubblicamente sottaciuta e sottovalutata tanto dai governi quanto dalle istituzioni.
Inquieta ancora di più che questo odioso crimine spesso si accompagni al silenzio e alla difficoltà della denuncia, in quanto la maggior parte delle violenze si verifica in ambito familiare.
La battaglia per fermare la violenza sulle donne deve riprendere in maniera forte e determinata, alimentata anche dalla crescente rabbia per questa società in cui la mercificazione del corpo femminile ha raggiunto livelli allarmanti, accompagnata da un pericoloso arretramento dei valori e della cultura.
Per fermare la violenza contro le donne penso sia fondamentale agire in primis a livello culturale, più che a livello di “sicurezza”. Perché il rispetto delle differenze di genere (ma anche delle differenze a carattere culturale, religioso, etnico) è un valore che deve essere riaffermato, sempre più riconosciuto e osservato. Il rispetto dei diritti umani è essenziale come chiedere che i governi si impegnino di più nel garantire la protezione delle prerogative fondamentali della persona.
Come Sindaco e come donna mi unisco a coloro che oggi offrono il loro contributo per aiutare a spezzare il silenzio di tante vittime e dare eco a quelle urla disperatamente trattenute o rimaste per troppo tempo inascoltate”.

Nicla Vassallo, filosofa, ideatrice del progetto:
“Alle donne vengono negate diverse forme di esistenza e conoscenza. Addirittura, se si ritiene che stia nella natura degli esseri umani aspirare alla conoscenza e, al contempo, si sottrae alle donne quest’aspirazione, si finisce coll’attribuire alle donne stesse l’incapacità di realizzarsi come esseri umani: per quanto assurdo, possiamo, quindi, trattarle alla stregua di oggetti, esercitando su di loro una violenza “teorica”, che si situa alla radice di parecchie altre violenze “pratiche”. Le teorie si riversano in realtà, in comportamenti violenti che causano danni, dolori, mali psichici e fisici: per esempio, le donne sono costrette a denudarsi, prostituirsi, schiavizzarsi; subiscono molestie, abusi, stupri; in alcune parti del mondo vengono infibulate; è caso ordinario che vengano picchiate, troppo spesso dai propri familiari. Tutto questo senza contare l’altra , invisibile violenza, che lascia lividi solo nell’anima: l’esclusione, la sottovalutazione, l’indifferenza.
Tuttavia, le donne proseguono nello sminuire e sdrammatizzare la pericolosità di tutto ciò e di molto altro, così le sentiamo affermare: “Non ho mai subito violenze”. Occorre interrogarsi sulla verità o falsità dell’affermazione: se, da una parte, ogni donna è stata esposta a un qualche episodio di violenza, più o meno esplicito, più o meno grave, più o meno sottile, d’altra parte, nessuna donna può ritenere, a ragione veduta, che non subirà in futuro qualche violenza. Reputo efficace insinuare il dubbio in ognuno di noi, con poche incisive parole, attraverso le immagini di donne famose e non, donne diverse per età, estrazioni socio–culturali, etnie, professionalità, e via dicendo. Perché le violenze riescono, purtroppo, a toccare ogni donna: le donne possono negarlo a causa della problematicità del vissuto traumatico e della complessità di dichiarare il trauma patito, ma anche a causa di un pensiero conformista e tradizionalista incapace, tutt’oggi, di ammettere, sotto ogni necessario profilo, l’estrema gravità degli atti violenti contro le donne. Queste sono in sostanza le ragioni concettuali che mi hanno condotto a ideare il progetto “Non ho mai subito violenze. È vero?” e ad augurarmi che esso contribuisca allo smantellamento di uno status quo disumano, immorale, intollerabile”.

Comunicato Stampa
25 novembre: Giornata internazionale ONU contro la violenza alle donne

Non ho mai subito violenze. È vero?
24 novembre – 4 dicembre 2009
Palazzo Ducale, Cortile Minore
Mostra fotografica da un progetto di Nicla Vassallo
Fotografie di Gianni Ansaldi

Con il Patrocinio della Commissione Pari Opportunità della Federazione Nazionale della Stampa (Cpo Fnsi)
Per la Giornata internazionale ONU contro la violenza sulle donne, il 25 novembre, Genova presenta a Palazzo Ducale, dal 24 novembre al 4 dicembre, la mostra “Non ho mai subito violenze. È vero?”, progetto ideato dalla filosofa Nicla Vassallo e realizzato dal fotografo Gianni Ansaldi, promosso dalla Fondazione per la Cultura e il Comune di Genova.
Diciassette grandi ritratti di donne, appesi tra le colonne del Cortile Minore di Palazzo Ducale, sono lo strumento provocatorio, che attraverso l’affermazione “Non ho mai subito violenze. È vero?”, ci chiedono di riflettere su cosa significhi davvero subire violenza, e quale violenza. Una mostra che, realizzata per la prima volta in Italia, pone come domanda ciò che ogni donna dovrebbe chiedersi, perché le violenze riescono a colpire, in vari modi, ognuna di loro. Siano esse violenze corporee o psicologiche, esplicite o nascoste, occorre interrogarsi sulla verità o falsità di una tale dichiarazione.
Scrive Nicla Vassallo: “Reputo efficace insinuare il dubbio in ognuno di noi, con poche incisive parole, attraverso le immagini di donne famose e non, donne diverse per età, estrazioni socio–culturali, etnie, professionalità, e via dicendo. Perché le violenze riescono, purtroppo, a toccare ogni donna: le donne possono negarlo a causa della problematicità del vissuto traumatico e della complessità di dichiarare il trauma patito, ma anche a causa di un pensiero conformista e tradizionalista incapace, tutt’oggi, di ammettere, sotto ogni necessario profilo, l’estrema gravità degli atti violenti contro le donne. Queste sono in sostanza le ragioni concettuali che mi hanno condotto a ideare il progetto “Non ho mai subito violenze. È vero?” e ad augurarmi che esso contribuisca allo smantellamento di uno status quo disumano, immorale, intollerabile”.
Una ricerca dell’Istat condotta dal 2006 con interviste a 25 mila donne ha prodotto dati davvero sconcertanti relativamente al nostro Paese.
Una donna su tre tra i 16 e i 70 anni nella sua vita è stata vittima dell’aggressività di un uomo, ma solo pochissime lo hanno denunciato: 6 milioni 743 mila le donne che hanno subito nel corso della propria vita violenza fisica e sessuale (il 31,9% delle donne che vivono in Italia), mentre il 4% di loro ha chiesto l’aiuto delle forze dell’ordine o di centri d’ascolto e associazioni. In quasi 4 milioni sono state vittime di violenza fisica (il 18,8%) circa 5 milioni (il 23,7%) di violenza sessuale (da parte del proprio partner il 6,1% e di un altro uomo il 20,4%). Più di un milione di donne ha subito la più brutale delle violenze sessuali, lo stupro o il tentato stupro. A ottenere con la forza rapporti sessuali è spesso il partner (il 70% delle volte) e in questo caso lo stupro è reiterato. Il 6,6% delle donne ha subito una violenza sessuale prima dei 16 anni, e più della metà di loro (il 53%) non lo ha mai confidato a nessuno. Gli autori delle violenze sulle minorenni sono degli sconosciuti una volta su quattro, nello stesso numero di casi sono parenti (soprattutto zii e padri) e conoscenti.
Alla luce di questi numeri la Sindaco di Genova, Marta Vincenzi, dichiara: ” È  terribile che, attendendoci ai dati ufficiali, nel mondo una donna su tre (oltre un miliardo) sia stata picchiata, stuprata, mutilata, assassinata e che oltre 14 milioni di  donne  in  Italia  abbiano  subito  una  violenza  fisica,  sessuale  o psicologica.
Inquieta  che questa realtà sia sommersa, che tenda ad essere pubblicamente sottaciuta  e  sottovalutata  tanto  dai  governi quanto dalle istituzioni.
Inquieta  ancora  di  più che questo odioso crimine spesso si accompagni al silenzio e alla difficoltà della denuncia, in quanto la maggior parte delle violenze  si  verifica in ambito familiare.
Non  possiamo  permettere  che  si  rimanga indifferenti di fronte a questa realtà così dolorosa e raccapricciante che riguarda l’universo femminile, e alla  luce  di  queste  considerazioni,  condivido  pienamente l’impegno di quanti  oggi  ritengono  indispensabile riportare questo tema nel cuore del dibattito politico e culturale della nostra attualità “.
La mostra, organizzata per la Giornata internazionale ONU contro la violenza sulle donne, vuole contribuire a abbattere il muro dell’indifferenza diffusa e dell’inconsapevolezza dello stato attuale, che va dalla non denuncia delle violenze subite, alla convinzione più nascosta che alcuni comportamenti sociali e culturali, a cui siamo abituati, nei confronti delle donne, rientrino nella cosiddetta “normalità”.
La realizzazione grafica della mostra è di Mario Benvenuto che ha ideato anche un depliant che verrà distribuito in migliaia di copie.

Ufficio Stampa Genova Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura
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