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Dove

Piano Nobile

Fondazione Palazzo Ducale Genova

Ingresso libero

Orario: dalle 9 alle 19, tutti i giorni

Inaugurazione, 9 novembre 2009 , ore 18.30

A vent’anni esatti dalla caduta del Muro di Berlino, Palazzo Ducale, presenta il reportage fotografico di Mario Dondero sui giorni che a Berlino Est e a Berlino Ovest l’hanno preceduta e sul giorno che ne ha visto la sua distruzione.
Quarantadue fotografie in bianco e nero, scattate nel remoto autunno dell’89, ci raccontano in modo semplice e diretto alcuni aspetti, all’interno della vita quotidiana, di quello che è stato un grande evento nella storia del mondo contemporaneo.
Mario Dondero che è uno dei più importanti fotografi italiani e uno dei fondatori del fotogiornalismo contemporaneo, non poteva mancare a quello straordinario appuntamento, che ci descrive anche attraverso le sue parole:

“Il terremoto politico e sociale che scosse dalle fondamenta la Germania dell’Est si produsse in modo subitaneo, a differenza di quanto era accaduto in altri paesi legati all’Unione Sovietica.
Mi trovavo già a Berlino da parecchi giorni, con l’intento di documentare, nella Repubblica Democratica Tedesca, gli aspetti visibili di una mutazione che si annunciava inevitabile. Il profondo turbamento che si avvertiva in seno alla società tedesca orientale era chiaramente avvertibile, in modo particolare fra gli intellettuali, inquieti per un avvenire che si annunciava oscuro. Molti fra di loro, e questo si avvertiva negli appassionati dibattiti che avevano luogo in quei giorni, avevano creduto con convinzione ad un modello di società più attento alla risoluzione dei grandi problemi sociali di quanto non lo fosse il sistema occidentale. A Berlino Est regnava un’atmosfera molto più austera che a Berlino Ovest, vetrina del consumismo occidentale…
La notizia del cambiamento giunse nelle case dei cittadini della RDT la sera del 9 novembre alle ore 19 e 34, quando l’annunciatrice di Aktuell Camera, comunicò, fatto sensazionale, le nuove disposizioni per gli espatri temporanei e anche definitivi. Questo scosse l’opinione pubblica e costituì l’avvio di un movimento irresistibile.
Nella notte berlinese, nei pressi della Porta di Brandeburgo, si svolgevano, nel lato Ovest, scene di grande euforia e di entusiasmo. La folla di Berlino Ovest che attendeva fra canti e libagioni, in un acre odore di wurstel, la storica caduta del Muro, mi sembrava mossa da molte e diverse motivazioni.
Ma nel suo insieme, quella notte di trepidante attesa appariva alla maggioranza dei berlinesi come un armonioso momento di fraternità, dopo una lunga, dolorosa separazione.
La mattina successiva arriva presto, con tutti i crismi della regolarità poliziesco-diplomatica accordata dalle autorità tedesco-orientali. Tre quarti circa di Berlino Est più un altro grosso spezzone di repubblica Democratica affluiscono tutti insieme ai 22 varchi aperti per l’occasione e si rovesciano per una breve lancinante vacanza nella “città proibita”.
Mentre la folla sciama, come un lento fiume tranquillo, è impressionate vedere l’espressione sui volti dei giovani soldati che sembrano boe immobili e rigide, non sai se per tristezza o per indignazione.
La folla talvolta li interpella e loro rispondono con sobria cortesia, senza sorridere, simili ad atleti che, dopo una sconfitta, salutano con freddo fair-play i rivali vincitori.
In mezzo a questa folla avvengono, una volta superato il confine, straordinari ricongiungimenti tra figli e genitori, tra innamorati, tra amici che il Muro ha per tanto tempo separato.
Faceva comunque piacere che si tornasse a una normale e armoniosa convivenza tra compatrioti a lungo vissuti dentro sistemi tra loro antitetici e che fosse demolito, come scrisse sul “Manifesto” Luigi Pintor, “ Un odiosissimo muro, figlio deforme del blocco del 1948, residuo ormai inutile della Guerra Fredda”
.

La mostra fa parte delle numerose iniziative che Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura organizza intorno al ventennale della caduta del Muro di Berlino.