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Fondazione Palazzo Ducale Genova

Luce e Memoria
Fotografie di Tony Gentile
dal 18 maggio al 2 giugno 2024, Munizioniere

1992. Solo a sentire quel numero, quelle quattro cifre, anche in lontananza,
citate dalla radio o dalla televisione,
il mio stomaco si rivolta e si innesca uno strano meccanismo,
come un vecchio registratore a nastro che si riavvolge velocemente per tornare al punto iniziale,
quel punto da dove è cominciato tutto.
Tanti fatti, tante storie, tanti ricordi; alcuni rimossi, altri rimasti perfettamente stampati nella mia memoria.
Impressi come quei tatuaggi che ti fai quando sei molto giovane
non pensando che dovrai portarteli dietro per tutta la vita,
anche quando non vorresti più che sfregiassero la tua pelle.
Tanta tristezza, tanto dolore, tanta rabbia…

Tony Gentile – da “1992 Luce e Memoria”

Oltre quaranta immagini in bianco e nero compongono un percorso espositivo fortemente suggestivo dove la fotografia dialoga con le voci dei protagonisti degli eventi narrati, coinvolgendo il visitatore in una singolare dimensione inclusiva.

La mostra rievoca, per consegnarlo alla memoria, il ritratto di una città, Palermo, testimone diretta e inconsapevole di una guerra perpetrata dalla mafia contro Stato, culminata nei devastanti attentati di Capaci e Via D’Amelio.

Incarna inoltre l’impellente necessità di riscatto di un popolo capace di mutare la rabbia e l’indignazione in impegno civile. Tony Gentile documenta con la perizia del fotoreporter i fatti salienti di cronaca ma racconta con altrettanta maestria la vita quotidiana, le feste religiose e i cittadini onesti. Imprenditori, funzionari dello stato, persone di ogni condizione sociale, quelli che vivono in una zona grigia e quelli in lotta contro una realtà che, ancora oggi, è causa di pregiudizi che associano il nostro paese alla criminalità organizzata.

Rosanna Ponsano


Commenti tratti da 1992 Luce e Memoria ed. Silvana Editoriale

Ferdinando Scianna

Nelle fotografie di Tony Gentile la città, Palermo, appare come una specie di Beirut negli anni della guerra, assassinata e trucidata anche lei. Ma qualche volta fa pensare anche alla New York di William Klein, solo che il frastuono della modernità, in questo caso, è quello delle stragi. Anche qui ci sono le folle, quelle che assistono ai funerali, e bambini, molti bambini, con gli occhi profanati che assistono ai riti della violenza e li incidono nella loro memoria, una memoria che si porteranno dietro come un destino, ma anche bambine, con piccole ali di tulle nelle processioni religiose. C’è la povera e dura vita quotidiana della città. E le facce, tante facce, mute di vergogna. Ci sono giudici, anche, e alcuni grandi mafiosi, come Brusca e Riina, che quelle stragi hanno perpetrato. E politici, molti, che non si sono fatti scappare il palcoscenico per la loro retorica e ipocrisia. E ci sono anche i morti ammazzati, naturalmente. Questo è Luce e memoria, di Tony Gentile.

Carlo Sala

Le immagini sono degli ‘organismi che nel corso della loro vita’ sono soggetti a una serie di continue esegesi e risignificazioni – strettamente connesse ai mutamenti sociali e di pensiero – che impongono delle riflessioni attorno al concetto di storicità dell’occhio. Uno dei casi paradigmatici, e più eclatanti, della fotografia italiana contemporanea è ciò che è avvenuto alla celebre immagine di Tony Gentile del 1992 che ritrae i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Lo scatto, pur essendo stato realizzato per coprire a livello giornalistico un convegno cittadino in un momento della storia italiana fortemente connotato, negli anni ha travalicato il suo legame con un qui e ora univoco e cronachistico, per diventare un’icona collettiva che sprigiona una carica visiva atemporale che ne ha decretato la persistenza negli anni a venire.


Francesco Zizola, Le Fotografie che interrogano le nostre coscienze
da “Luce e Memoria” catalogo mostra di Palermo (ed. limitata)

“Questa potente installazione chiama in causa non solo le nostre coscienze a proposito della Storia del nostro paese, ma anche una dimensione sempre più ingombrante che riguarda la pervasività delle immagini nella nostra vita. In che modo le immagini ci offrono da pensare? Che ruolo hanno le fotografie del passato, gli archivi? 

Questa installazione è la prova che le immagini fotografiche possono collegare il loro portato di tempo passato con un presente da esse vivificato. […]

Ecco, dentro questo teatro abbiamo potuto assistere e partecipare commossi a questa trasformazione e senz’altro abbiamo sperimentato una nuova emozione scaturita da una installazione che ha saputo creare un nuovo percorso di senso che trascende l’esistenza singolare di ogni fotografia.

Di questo dobbiamo essere grati a Tony Gentile e alla sua arte.


A cura di Rosanna Ponsano


Orari e info

da martedì a domenica, ore 10 – 19
Ingresso libero