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Fondazione Palazzo Ducale Genova
Ingresso con biglietto di Mediterraneo. Da Courbet a Monet a Matisse
Guccione. Il Mediterraneo, l’antologica che Palazzo Ducale dedica a Piero Guccione, in occasione dei suoi 75 anni, raccoglie 35 opere tra le più belle che l’artista ha dedicato e continua a dedicare al mare in un’instancabile ricerca pittorica, iniziata quando è tornato da Roma a vivere in Sicilia. Qui, immerso nel paesaggio dell’isola, ha raccontato nei suoi lavori i luoghi ritrovati dell’infanzia, avviando un dialogo tra sguardo e ricordo che avrebbe originato una lunga e ininterrotta indagine pittorica fatta di variazioni, soste, approfondimenti. Ed è proprio dagli anni ottanta – anni dai quali prende le mosse questa mostra – che la ricerca di Guccione si viene caratterizzando sempre più per la sensibile rarefazione dell’immagine in una progressiva tensione simbolica come se il mare si facesse sempre più luogo capace di fondere in sé l’apparenza visibile delle cose con la loro infinita risonanza interiore.
Per fare questo l’artista, pur mantenendo nei suoi quadri la visione frontale, muta sensibilmente l’inquadratura e sposta il punto di osservazione, alzandolo o abbassandolo. Il mare si trasforma lentamente in una vastità di luce, tempo e spazio; un paesaggio immerso in luci e ombre, in una condizione di confine in cui il mondo si offre allo sguardo e alla coscienza come un qualcosa di sospeso tra rivelazione e dissolvenza, tra presenza e sogno. Simbolo, quasi, della natura sfuggente delle cose, della loro fragile consistenza, ma anche della loro costante durata. Il colore si sedimenta per strati che portano in sé l’esperienza del tempo; la pittura si volge al simbolico sciolto senza riserve nelle apparenze sensibili del reale. Ci sono opere in cui Guccione solleva la visione quasi a perpendicolo, così che la superficie delle acque arriva ad occupare quasi l’intera superficie del quadro, come nel meraviglioso Movimenti del mare (2004), di formato verticale, dove lo spazio è completamente invaso dall’acqua e la linea dell’orizzonte è collocata quasi al limite estremo superiore della tela.