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Fondazione Palazzo Ducale Genova

Chiesa di Sant’Agostino e Loggia degli Abati di Palazzo Ducale

A cura di Viana Conti, Derrick De Kerchove, Virginia Monteverde


Sabato 18 novembre alle 16.30 nella Chiesa di Sant’Agostino, piazza Renato Negri a Genova, Art Commission in collaborazione con Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura e Museo di Sant’Agostino presenta la prima edizione della Rassegna d’Arte Contemporanea Multimediale ETHEREA – Universo Digitale “il medium è il messaggio” ideata e curata da Virginia Monteverde con Viana Conti e Derrick De Kerckhove.
Ad aprire la rassegna sarà il sociologo e mass-mediologo Derrick De Kerckhove, teorico dell’Intelligenza connettiva, allievo e collaboratore di Marshall McLuhan, che parlerà del rapporto tra arte e nuove tecnologie.
Il critico d’arte Viana Conti ci introdurrà poi nell’ ”universo digitale” dei sette artisti della mostra: Peter Aershmann, Stefano Cagol, Alexander Hahn, Georgette Maag, Roberto Rossini, Sara Tirelli, Christian Zanotto.
L’inaugurazione proseguirà alle 19.00 a Palazzo Ducale, Loggia degli Abati, seconda sede della rassegna.
 
Viana Conti nel suo testo di presentazione della mostra scrive:
Con la mostra ETHEREA – Universo Digitale – “il medium è il messaggio” si scrive a Genova un capitolo della Storia dell’Arte a partire dalla Storia dell’Intelligenza dei Media. Il titolo stesso della rassegna che annuncia la Digitalità dell’Universo estetico-creativo a cui si fa riferimento e la Centralità Multimediale del Messaggio che gli artisti presenti hanno formalizzato in opera, chiama in causa i profeti ineludibili di questa ricerca internazionale: Marshall McLuhan e Derrick de Kerckhove.
Uno dei nodi di riflessione della rassegna, è quello del confronto tra l’idea di collettività, elaborata da Levy, e quella di connettività, elaborata da de Kerckhove, da cui scaturirebbe una terza dimensione collettivo/connettiva costituita da un’interconnessione dei frammenti della rete tale da produrre inesplorati artefatti cognitivi. Quanto si riscontra nelle opere in mostra di sette artisti internazionali, paradigmatici relativamente alla problematica di partenza, risponde alle condizioni di connettività, come accesso allargato a informazione e conoscenza, di ipertestualità, come accesso simultaneo a livelli transcategoriali di comunicazione, di interattività, come possibilità di intervenire su un portato epistemico già codificato.
Questa mostra, vista nel suo insieme, si trasforma in un dispiegato scenario di schermi accesi, di video animazioni su monitor o in proiezione che, osservati, non mancano di interconnettersi con la sensibilità emotiva, intellettiva, cognitiva, dello spettatore, in cui ha messo in moto curiosità, domande, riflessioni, risposte. Come in un anello di Moebius, il paesaggio esterno degli schermi entra in quello subliminale dell’osservatore che, a sua volta, proietta all’esterno, tramite le sue reazioni, il suo paesaggio interiore.