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Fondazione Palazzo Ducale Genova

Sala Liguria, dal 23 aprile al 7 maggio prorogata al 14 maggio 2017


Il perché di una mostra
La mostra presenta, nel centenario della nascita, Edoardo Mazzino e la sua attività di architetto presso la Soprintendenza dei Monumenti della Liguria dal 1950 al 1974 attraverso la documentazione conservata nell’archivio di famiglia.
L’obiettivo è di far conoscere il suo lavoro svolto con passione e dedizione per lo studio e il restauro di un centinaio di edifici nel difficile periodo della ricostruzione post-bellica e in quello successivo.
Edoardo Mazzino ha cercato di contrastare fermamente l’incontrollato sviluppo urbanistico a scapito delle risorse naturali e paesaggistiche, al punto di essere allontanato da Genova e trasferito alla Soprintendenza di Venezia per avere ritenuto l’insediamento del gassificatore di Panigaglia nel golfo della Spezia “un’operazione a costo globale negativo”, con il quale si sono “degradati i valori di una zona naturalistica intatta, … inquinate le aree, … distrutti valori paesaggistici di grandissimo interesse”.
Ha considerato “sia un paesaggio che un monumento come valori di un organismo che vive nella storia con i suoi problemi, i suoi tempi e con le sue cadenze positive o negative”.
Il suo metodo di lavoro, infatti, “riusciva sempre a trarre dai segni dell’uomo sulla terra la forza di testimonianza viva degli avvenimenti e il suo esercizio interpretativo su quei segni era tale da riconoscerli nelle loro forme civili o religiose, nei castelli, nelle chiese o nelle povere case contadine, dandogli la possibilità di costituirsi un personalissimo testo non di cose scritte ma costruite pietra su pietra”.
L’esposizione intende far conoscere la sua ricerca attraverso i disegni, gli schizzi e le annotazioni grafiche, utilizzati come strumento di analisi, di sintesi e di rappresentazione dell’architettura e del paesaggio.
Gli studi sul centro storico di Genova, considerato nei suoi “valori artistici e ambientali”, negli aspetti culturali e sociali, e nelle “possibilità di tutela e valorizzazione” hanno posto le basi per lo sviluppo delle indagini successive che hanno condotto al riconoscimento mondiale dell’Unesco del sistema urbanistico e edilizio genovese.
Temi di ricerca innovativi emergono nei testi e nell’insegnamento universitario sulla tutela delle bellezze naturali, sulla teoria, analisi e tecniche di restauro dei monumenti, che, a suo giudizio, non possono essere disgiunti dalla lettura del paesaggio naturale e trasformato dall’uomo, dai criteri d’inserimento delle opere nel paesaggio e dai problemi concernenti la situazione del monumento e la sua tutela.
L’iniziativa è stata voluta e curata dalle figlie di Edoardo Mazzino, Francesca, Emilia e Lorenza, con la collaborazione di Giovanna Rotondi Terminiello e Donatella Morozzo.
L’allestimento è a cura dello Studio Architettura Milani e di Guido Rosato.