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Fondazione Palazzo Ducale Genova

In mostra opere di Bernazzoli, Biassoni, Costantini, Veruggio, Luzzati e Piombino
 
La mostra è realizzata con il contributo di ERG
in collaborazione con Palazzo Ducale spa
 
progetto e realizzazione
Archivio storico della pubblicità/Corigraf,Genova
 
a cura di
Mario Piazza, presidente Aiap associazione italiana progettazione per la comunicazione visiva
 
coordinamento scientifico
Mario Piazza, Francesco Calaminici, Anna Zunino, Sergio Noberini
 
in collaborazione con
Fondazione Ansaldo
Paolo Bernazzoli, Marco Biassoni, Anna Costantini, Flavio Costantini, Emanuele Luzzati, Ettore Veruggio, Beppe Veruggio
 
contributi e testimonianze
Arnaldo Bagnasco, Riccardo Garrone, Franco Sborgi
 
pubblicazioni
catalogo mostra Una firma per sei, ediz. Corigraf/Archivio storico della pubblicità
catalogo Umberto Piombino scultore, edizioni Tormena
 
Nella Genova della fine degli anni Cinquanta, anni di grande fermento artistico, si formò un gruppo di autori interessati a sperimentare nuovi linguaggi nel campo della grafica, della pubblicità, della comunicazione, del teatro, della scultura, della scenografia e delle arti applicate in genere.
I clienti erano le grandi Compagnie di navigazione, le più importanti aziende petrolifere, la grande industria siderurgica, i cantieri navali, la Fiera eil porto.
Per loro, Dario Bernazzoli, Marco Biassoni, Flavio Costantini, Ettore Veruggio, Emanuele Luzzati e Umberto Piombino fecero manifesti, marchi e cataloghi; progettarono allestimenti, arredi e elementi decorativi; inventarono storie e personaggi; realizzarono illustrazioni, stoffe e animazioni, ceramiche e sculture.
Alcuni di loro fondarono nel 1956 uno studio grafico per dare risposte più professionali e organizzate. Lo chiamarono “Firma”, a sottolineare un tratto di distinzione, la necessità di uno stile originale e moderno per la comunicazione, ma anche un segno collettivo dove i sei protagonisti di questa storia potevano interagire e trovare le future strade individuali.
Luzzati a suggello di questa impresa plasmò un magnifico pannello in ceramica con i “quattro cavalieri di Firma”.
Li raffigurò in marcia guidati da Bernazzoli a cavallo (con il suo fido scudiere Cesarino culo grosso e cervello fino), protetti da una apposita santa (Santa Firmina, a ognuno una tettina), ma anche attorno a un tavolo di lavoro già colmo di clienti importanti: Esso, Shell, Erg, Italia di Navigazione, Italsider, Siderexport, Ilva, Costa (olio e navi) etc. Piombino, bizzarro scultore sui generis, fu una sorta di lieve cerimoniere dello studio con assidue e quotidiane frequentazioni. Tutti insieme fecero tesoro del clima culturale di quegli anni: i forni degli artigiani di Albisola, gli incontri con gli artisti (da Fontana a Jorn) e i galleristi, il teatro e il cinema.
La mostra e il catalogo presentano per la prima volta in forma documentata le “origini” di questi autori, che oggi conosciamo per le opere dei periodi successivi: dalle acqueforti e dai quadri di Bernazzoli, al lavoro per il teatro e l’animazione di Luzzati, dalle grandi serie artistiche di Costantini, alle sculture di Piombino, dai caroselli e alle strisce di Biassoni, agli arredamenti e ai quadri di Veruggio.
Sul finire degli anni ’50 la figura più compiuta era in realtà quella di Bernazzoli, da vent’anni sicura “firma” del cartellonismo italiano. Formatosi da autodidatta negli anni ’30 presso gli stabilimenti litografici della Barabino & Graeve, fu affascinato dal lavoro di Dudovich, Sepo, Cappiello, i grandi disegnatori italiani di manifesti. Ne seguì con successo le orme soprattutto con una grande quantità di bozzetti, tavole e manifesti per la Esso Standard Oil e per le grandi compagnie di navigazione, dove il suo personale segno fu capace di dar forma a oggetti plasmati e sospesi di grande fascino comunicativo.
 
Attorno a Bernazzoli si uniranno tre giovani grafici molto più giovani, Biassoni, Costantini e Veruggio. Ognuno con proprie peculiarità e con grandi aspirazioni, capaci però di confrontarsi e di fondersi in uno stile unitario. Nascono così magnifici manifesti, ricercate pubblicazioni aziendali (per Esso, Shell, Erg) dove il perfezionismo ossessivo di Costantini è già manifesto, e la leggerezza e il minimalismo del tratto nelle strisce e nei personaggi (il Lingottino, il Prode Anselmo) di Biassoni è già compiuto. E magnifici stand dove l’esperienza di Bernazzoli si arricchisce della qualità formale e progettuale della grafica di Veruggio, il più funzionalista del gruppo e non a caso poi apprezzato disegnatore di interni e di arredi.
Ma assieme a loro sono sempre vicini Piombino, che si presta a fare da comparsa, insieme a Costantini, per la pubblicità sul “Rivenditore Esso” e a realizzare fantastici marchingegni scenici con materiali poveri, e Luzzati che offre il suo segno già maturo e consapevole per gli allestimenti fieristici.
 
Al di là di questo momento organizzato professionalmente, questi sei autori continueranno a frequentarsi e a trovare momenti di lavoro in comune, come la magnifica serie di bozzetti e progetti, per la prima volta in mostra, per i tessuti di Firma Boutique del 1964. Qui ritroviamo il festoso mondo di Luzzati, il decorativismo critico di Costantini, i grafismi di Veruggio e il lirismo di Biassoni, ripensati ed espressi per una notevole quantità di tessuti che saranno una scoperta per molti.
La mostra infine ospiterà alcuni pezzi per illustrare gli sviluppi, in verità più noti, di questi autori, ma che possono essere messi a confronto con le sperimentazioni visive degli anni Cinquanta e documentare una linea ininterrotta di quel clima positivo della città ligure.
 
In mostra una selezione di manifesti, bozzetti originali, litografie, tessuti, ceramiche, films d’animazione, documentari e testimonianze video, provenienti dall’ Archivio storico della pubblicità di Genova, dagli archivi degli autori e da collezioni private.
 
Nel percorso espositivo è presente una sezione speciale, a carattere antologico, dedicata all’opera scultorea di Umberto Piombino.