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Fondazione Palazzo Ducale Genova

sabato 20 gennaio 2024 ore 11

Chair Antonio Musarra

Finanza, navi e spezie: il sistema genovese visto dal Medio Oriente
Francisco Apellániz

A Genova l’enorme ricchezza delle famiglie nobili, frutto dei loro precedenti privilegi nel campo del commercio e della navigazione, costituì un primato che attraversò tutto il Medioevo e prese forma definitiva verso la fine del XV secolo. Nel XXI secolo, studiosi delle istituzioni economiche hanno cercato di dimostrare che alcune sperimentazioni del potere genovese sono riuscite a rompere questo blocco e hanno portato all’espansione economica. A partire da questi dibattiti, il presente contributo indaga il modo in cui questa circostanza storica abbia determinato la struttura e le modalità degli investimenti genovesi nel Medio Oriente. Quando, negli anni Ottanta e Novanta del Quattrocento, la Massaria genovese di Alessandria cominciò a indebitarsi e a contrarre prestiti che non poteva ripagare, anche se molto inferiori a quelli della potente Nazione veneziana, vennero a galla le profonde differenze nella concezione che le due città avevano della finanza pubblica, della proprietà delle navi e dell’organizzazione del commercio. 

Francisco Apellániz è ricercatore presso l’Università di Napoli I’ Orientale, dove insegna Storia del Mondo Islamico e Islam e Storia Globale (600-1600). Ha pubblicato diverse monografie sui rapporti commerciali, legali e diplomatici tra la Siria e l’Egitto medievali e l’Europa Mediterranea, con un interesse particolare per la formazione dello stato, le reti miste e la manipolazione dell’identità religiosa e politica. Le sue pubblicazioni recenti riflettono il suo interesse sul commercio delle spezie e la sua dimensione asiatica. Ricordo, ad esempio, A Mamluk-Venetian Memorandum on Asian Trade, AD 1503, in «Journal of the Royal Asiatic Society», 32/3, 2022.  


il “Sistema dei due mari”: Siviglia e Granada
Adela Fabregas Garcia

Il lavoro affronterà le caratteristiche della presenza genovese nel sud della Penisola Iberica tra il XIII e il XV secolo, concentrandosi sulla loro rilevante attività mercantile sia nei mercati cristiani (Siviglia) che in quelli islamici (mercati nasridi di Málaga, Almería e Granada). L’analisi attenta delle forme di presenza e operatività in questi mercati offrirà una visione completa di uno spazio economico tanto complesso quanto attraente per gli interessi commerciali dei mercanti liguri.

Gli obiettivi dello studio includeranno l’esplorazione delle strategie utilizzate per sviluppare diversi interessi commerciali in questi spazi, le diverse modalità di relazione con le autorità locali e le interazioni tra i membri delle diverse comunità genovesi residenti in questi mercati cristiani e musulmani.

Adela Fábregas è professore ordinario di Storia Medievale presso l’Università di Granada (Spagna). I suoi studi sono incentrati sulle relazioni commerciali alla fine del Medioevo, stabilite tra le potenze del Mediterraneo e i mercati islamici della Penisola Iberica. Specialista negli studi sull’economia del regno nasride di Granada, ha esaminato la presenza delle comunità mercantili italiane e l’impatto delle loro attività commerciali sull’intera economia nasride. Tra le sue opere pubblicate si trova l’edizione dei libri contabili dei mercanti genovesi nel regno nasride, (Un mercante genovese nel regno di Granada. Il libro dei conti di Agustín Spinola (1441-1447), Granada 2002 e La famiglia Spinola nel regno nazarí di Granada. Contabilità privata di Francesco Spinola (1451-1457), Granada, 2004. Ha curato, inoltre,la prima opera completa pubblicata sul regno nasride (The Nasrid Kingdom, between East and West (ss. XIII-XV), Leiden, 2020).


A Nord: i genovesi in Inghilterra e nelle Fiandre
Enrico Basso

A partire dall’ultimo quarto del XIII secolo i genovesi furono i primi a riaprire la rotta di navigazione che, attraverso lo Stretto di Gibilterra, metteva direttamente in collegamento i porti mediterranei con quelli dell’Inghilterra e delle Fiandre.

In tal modo, essi furono i pionieri dell’interscambio marittimo che vedeva l’esportazione in direzione Nord dei prodotti mediterranei (olio, vino, frutta secca, ma soprattutto allume e guado) e l’importazione verso il Mediterraneo essenzialmente della lana prima e dei pannilana grezzi poi, che alimentavano la produzione della grande industria tessile fiorentina. Nonostante le difficoltà, incontrate soprattutto in Inghilterra, le comunità genovesi insediate nei Paesi atlantici contribuirono a sviluppare la rete commerciale genovese negli ultimi secoli del Medioevo, e la navigazione lungo le rotte dell’Atlantico pose le premesse tecniche per i successivi viaggi di scoperta attraverso l’Oceano.

Enrico Basso è professore associato di Storia medievale presso l’Università degli Studi di Torino. Ha dedicato le sue ricerche ai temi del mondo mediterraneo medievale, dell’espansione commerciale genovese e delle relazioni fra Mediterraneo ed Europa atlantica, della Storia della cultura materiale. Tra i suoi numerosi studi si segnalano le monografie: Genova: un impero sul mare (1994); Insediamenti e commercio nel Mediterraneo bassomedievale. I mercanti genovesi dal Mar Nero all’Atlantico (2008); e Strutture insediative ed espansione commerciale. La rete portuale genovese nel bacino del Mediterraneo (2011). Diversi suoi lavori sono, ora, raccolti nel volume Il mare di San Giorgio. Studi su Genova e l’Egeo nel Basso Medioevo (Società Ligure di Storia Patria, 2021).


Dalle piste del Sahara alle rotte atlantiche: gli affari dei mercanti genovesi tra XV e XVI secolo
Carlo Taviani

Durante la metà del XV secolo alcune famiglie genovesi commerciavano con il Nord Africa, portando beni di lusso, quali oro, cavalli pregiati, animali esotici, piume di struzzo, corami, profumi e coralli a Genova e da lì in diverse corti italiane, come quella dei Gonzaga e degli Este. Alcuni genovesi erano radicati nel regno di Tlemcen e avevano legami con i mercanti ebrei e musulmani di Sigilmassa (Marocco), dove arrivavano le carovane che attraversavano il Sahara. Finanziarono il viaggio di Antonio Malfante (1410-1450), che si spinse a sud e raccolse informazioni su Timbuctu.

Questo intervento si concentra sulle attività di alcune famiglie poco note e dei loro partner commerciali, che all’inizio del XVI secolo si spostarono dal Maghreb all’Atlantico, radicandosi a Madeira, alle Canarie e a Capo Verde. Non commerciavano solamente in merci di lusso, ma erano anche coinvolte nella tratta delle persone ridotte in schiavitù, tra l’Africa occidentale e le Americhe. 

Carlo Taviani è ricercatore presso l’Università degli Studi di Teramo. È stato borsista presso l’Istituto Italiano per gli Studi Storici (2005-6), l’Istituto Storico Germanico di Roma (2006 e 2015-16), dove è stato anche ricercatore (2019-21), Villa I Tatti, il Centro di Studi sul Rinascimento Italiano dell’Università di Harvard (2009-10), dove è stato anche research associate (2017-19), la Folger Shakespeare Library di Washington DC (2012) e l’Università di Zurigo (2021-22).Si occupa di temi di storia politica (rivolte ed esili) ed economici (la storia della Casa di San Giorgio). Tra le sue pubblicazioni: Lotte di parte. Rivolte di popolo e conflitti di fazione nelle guerre d’Italia (Viella 2021). Ha curato la voce Genoa 1450-1700 per la Oxford Bibliographies.


L’Impero di Genova, convegno internazionale di studi nell’ambito di IANUA. Genova nel Medioevo
In collaborazione con Limes, rivista italiana di geopolitica
scopri qui il programma completo

Ingresso libero, fino a esaurimento dei posti disponibili