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Fondazione Palazzo Ducale Genova

Il posto del desiderio tra vecchie narrazioni e nuovi scenari

L’idea

Il progetto nasce da un’idea di Alessandra Vannucci e Luisa Stagi all’interno del Laboratorio di Sociologia Visuale dell’Università di Genova e si basa sulla collaborazione tra Università, Teatro della Tosse e Palazzo Ducale-Fondazione per la cultura e la partecipazione di Anna Daneri.
L’assunto da cui muove questo progetto è la porosità dei confini tra i luoghi e le forme di produzione e di condivisione del sapere.

Obiettivi

Costruire una riflessione che, partendo da un lavoro introspettivo (guidato dai metodi di teatro, arte ed estetica dell’oppresso) e passando per una riflessione teorica (attraverso le conferenze sul tema), arrivi a produrre una elaborazione condivisa sul futuro sotto forma di produzione artistica partecipata. Un percorso tra gli immaginari personali e quelli collettivi, che si muove dal “probabile” al “possibile”.

Tappe

Si tratta di un percorso circolare e aperto che parte dell’università, attraversa diversi luoghi, coinvolgendo artistə e cittadinə, per ritornare all’Università e aprirsi a ulteriori possibili derive artistiche.


Laboratorio teatrale-performativo: Desiderio, utopia e futuri possibili
Teatro della Tosse, Ottobre 2022

A cura di Alessandra Vannucci, con la collaborazione di Anna Daneri

 “Nella sfera dell’immaginario, conscio e inconscio giocano nello stesso campo. In questo scenario, il possibile sta in qualche modo in seno all’inconscio o comunque a ciò che chiede parole senza averle. (…) L’immaginario sul futuro è un “deposito” nel quale tutto ciò che impressiona la retina della coscienza si sedimenta e si accumula confusamente senza poter pretendere l’ordine. Solo poi subentra il simbolico e cerca di mettere ordine. Ma nel deposito dell’immaginario c’è molto di più”.

Bifo-Berardi, 2013

In questo laboratorio, attraverso una serie si strumenti creativi/performativi, si cercherà di indagare gli immaginari individuali su futuro, desiderio e utopia. Desiderio e utopia infatti sono strettamente connessi con la capacità di sperare e quindi di credere nel futuro.

Desiderio viene da de-sidus, letteralmente, “mancanza di stelle”, nel senso di “avvertire la mancanza di buoni presagi, di buoni auspici”. Desiderare ha a che fare quindi con una mancanza e, di conseguenza, con la ricerca appassionata.

Le narrazioni distopiche e utopiche sono invece considerate come forme di anticipazione attraverso le quali il pensiero simbolico si proietta nell’avvenire, con la capacità di aspirazione. Si tratta di scenari ipotetici, funzionali alla produzione di immaginari futuri che hanno una differente relazione con il presente: i “futuri auspicabili” (utopie) e i “futuri probabili” (distopie).

Il percorso, basato su metodologie che traggono ispirazione dal teatro dell’oppresso e dall’artivismo, partendo da un lavoro sugli immaginari e attraverso l’utilizzo di strumenti simbolici, intende arrivare a una condivisione di scenari sul futuro e all’avvio della costruzione di un’opera artistica collettiva e partecipata. È prevista la partecipazione, previa iscrizione, di 40 partecipanti tra studenti, artistə e cittadinə.

  • 4 ottobre ore 18/21 – Spazio Agorà Teatro della Tosse
  • 11 ottobre ore 18/21 – Spazio Agorà Teatro della Tosse
  • 18 ottobre ore 18/21 – Spazio Agorà Teatro della Tosse
  • 25 ottobre ore 18/21 – Spazio Agorà Teatro della Tosse

Ciclo di incontri: Il futuro alle spalle. Conversazioni alla ricerca di un tempo perduto
Palazzo Ducale, Novembre 2022

A cura di Luisa Stagi – Laboratorio di sociologia visuale

Il futuro è un’idea; si dice infatti “un’idea di futuro”. Il futuro è anche e soprattutto un “fatto culturale” in cui coabitano forme diverse di anticipazione che emergono con diversi livelli di consapevolezza e che influenzano le capacità (oltre che le possibilità) di scelta.

Questo ciclo di incontri nasce da alcuni interrogativi sulla storia e sul presente di questo concetto: “Cosa significa ‘ricordare il futuro’? Cosa possiamo imparare dai futuri immaginati che non si sono realizzati? C’è ancora un ruolo per le utopie? Viviamo una crisi del futuro? Siamo ancora capaci di immaginare un futuro, di sperare in un mondo migliore?”. Leggi di più


Incontro finale
DISFOR, 6 dicembre 2022

A cura di Alessandra Vannucci,  Anna Daneri e il Laboratorio di sociologia visuale

Questa tappa rappresenta una prima conclusione del percorso che tuttavia si auspica possa produrre altre derive di tipo artistico. Attraverso brevi progetti di azioni sociali, continuate e possibili, oppure gesti, opere, installazioni, si immagina un eventuale embrione di spettacolo creato in modo partecipativo. L’idea è continuare il progetto producendo una seconda restituzione alla cittadinanza (installazione, mostra, spettacolo) in tempi e modi da definirsi.


Foto di Sabine da Pixabay