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Fondazione Palazzo Ducale Genova

Ciclo di incontri
“The Wall”
Palazzo Ducale

ingresso libero

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Il muro non è quello di Berlino, caduto vent’anni fa. O forse è anche quel muro, perché la sua caduta ha alimentato molteplici speranze, andate in gran parte deluse con il trascorrere del tempo. Non sono crollati tutti i muri opprimenti, come mi auguravo, e non sono stati innalzati molti muri indispensabili; si sono anzi moltiplicati i muri della vergogna e quelli di “gomma”. Occorre però non nutrire pregiudizi sul muro in sé. Se è vero che ci sono muri negativi, è altrettanto vero che ci sono muri positivi: i muri possono rappresentare fratture drammatiche, riescono a segregare, ma esistono altresì muri protettivi – si pensi a quelli di un’abitazione ospitale.
Perchè ho ideato “The Wall”, un ciclo di grandi incontri con intellettuali, scienziati e figure culturali di spicco internazionale? In un certo senso, per comprendere l’importanza di andare oltre ogni muro. Negativi o positivi che siano, i muri, infatti, rappresentano separazioni, che finiscono spesso con l’apparirci consuete, che entrano nelle nostre esistenze, che ci normalizzano. Al muro e ai muri attribuisco evidentemente un significato metaforico, e per questo in “The Wall” si parla di muri della scienza, della sessualità, della città, dell’etica, dell’identità, della memoria, dei media. Conversare e discutere di muri in relazione a queste tematiche non è affatto banale, anche perché si tratta di muri sostanziali, seppur il più delle volte invisibili, con cui ogni essere umano intelligente si trova a confrontarsi incessantemente nel corso della propria esistenza, scontrandosi con essi, o facendosi da essi contenere in forme convenienti e sconvenienti.
I relatori di “The Wall” sono stati scelti sulla base di un criterio selettivo: non in quanto noti e famosi presso il cosiddetto “grande pubblico” – sebbene alcuni di loro risultino tali – bensì in virtù del loro reale prestigio intellettuale e scientifico, nonché delle loro effettive competenze specialistiche rispetto alle singole tematiche. Alla radice di questa decisione si situa la necessità di discorsi culturali chiari, elevati, innovativi, e al contempo accessibili, in grado di donare un effettivo arricchimento all’ascoltatore, senza quelle retoriche ripetitive che conducono verso l’appiattimento e il conformismo mentale.

Nicla Vassallo, filosofa e Professore Ordinario all’Università di Genova