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Fondazione Palazzo Ducale Genova

concerto di musica elettroacustica a cura dell’Associazione Musicamica
venerdì 4 febbraio 2022 ore 20.30, Sala del Minor Consiglio

Sound in space 

Con Sound in space si riprende un periodo estremamente fertile della produzione di Karlheinz Stockhausen, dedicato al fenomeno del suono nello spazio acustico, alle interferenze sonore delle radiazioni elettromagnetiche e alla totale eliminazione della notazione musicale, sostituita da una nuova simbologia musicale. La domanda (o la fascinazione) di Karlheinz Stockhausen rivela una nuova complessità del fenomeno musicale, una circolarità nell’ambito delle tecnologie e della contemporaneità, non solo della musica elettronica, immergendo l’ascolto quale fenomeno unico e magmatico di suoni/voce/rumori. Le “onde corde”, con la loro peculiare modalità di rimbalzare sulla ionosfera dell’atmosfera (e percepibili in tutto il mondo), rappresentano per Karlheinz Stockhausen la chiave critica per un livello secondo alla comunicazione musicale, dovuto all’interattività di eventi parzialmente casuali o parzialmente controllati. 

Music for Airports (1978) di Brian Eno, segue a pochi anni di distanza Pole 2 (1970) di Karlheinz Stockhausen. Il progetto di mettere in relazione Eno con Stockhausen è semplicemente lo spazio dell’ascolto, i suoni che accompagnano la vita quotidiana e, nel caso specifico, la condizione psicologica dell’attesa in aeroporto. Una musica “per tempi e situazioni particolari con l’obiettivo di costruire un piccolo ma versatile catalogo di musica adatta a un’ampia varietà di stati d’animo e atmosfere”(B.E.). La semplicità apparente dell’opera di Eno concentra l’attenzione per l’ambiente d’ascolto, non la sala da concerto ma la grande hall dell’aeroporto, irradiata dal loop musicale e dagli echi degli altoparlanti –così come lo spazio ideale per Pole 2 era il planetario sferico di Osaka. 

Intorno a queste due opere il progetto approfondisce una nuova letteratura per viola/viola elettrica e chitarra/chitarra elettrica: Dufourt e Murail con i suoni “spettrali” insieme alle Interazioni sonore di Zaffiri con l’improvvisazione, mostrando che le ricerche (o le utopie) di Eno e Stochkausen sono state perfettamente assimilate. 

 Musica elettronica e Maurits Cornelis Escher 

 “Sulla mano del disegnatore c’è una sfera riflettente. In questo specchio egli vede un’immagine molto più completa dell’ambiente circostante, di quella che avrebbe attraverso una visione diretta. Lo spazio totale che lo circonda -le quattro pareti, il pavimento e il soffitto della sua camera -viene infatti rappresentato, anche se distorto e compresso, in questo piccolo disco. La sua testa, o più precisamente, il punto fra i suoi occhi, si trova nel centro. In qualsiasi direzione si giri, egli rimane il punto centrale. L’ego è invariabilmente il centro del suo mondo” descrizione di Maurits Cornelis Escher della litografia “Mano con sfera riflettente” (1935). 

Tra le infinite connessioni dell’opera di Escher e la musica un rapporto privilegiato è rappresentato dalla musica elettronica. Mai come nella musica elettronica i parametri della sintassi vengono ridefiniti e interpolanti nella forma musicale. Mai come nella musica elettronica lo stesso rapporto tra suono e spazio viene riformulato nell’ottica di una percezione tridimensionale. L’avventura della Musica elettronica, analogica e poi digitale, rappresenta una possibilità infinita di amalgamare i suoni in tutta la loro specificità. Il suono può diventare inarmonico, perdendo alcune caratteristiche nello sviluppo delle parziali oppure un suono può essere trattato per esaltare unicamente la sua capacità riflettente. 

Nella produzione elettroacustica assistiamo ad un continuo aggiornamento tecnologico con hardware e software inglobati nella liuteria elettroacustica. L’informatica musicale, iniziata dai principi di Max Mathews, viene sviluppata da compositori e performer aprendo orizzonti e spostando il limite dei perimetri della creazione artistica tra suono, immagine e gesto. L’opera di molto compositori e artisti del Novecento ha dato seguito alla rivoluzione elettroacustica di grande vitalità, come in: Edgar Varese, Déserts, Karlheinz Stockhausen (Hymnen), John M. Chowning (Stria), Jean-Claude Risset (Computer Suite from Little Boy) Lugi Nono (La lontananza nostalgica utopica futura). Ma è solo la punta dell’iceberg. Il fenomeno è estremamente vasto ed articolato e coinvolge non solo il compositore o l’esecutore ma una catena di addetti ai lavori, nell’idea multipla dell’opera d’arte e di “Arte come processo, non come risultato” (Paolo Rosa). 

Nell’enigma della La mano con sfera riflettente di Escher ritroviamo il mistero del suono: non l’immagine diretta ma la sua prospettiva riflessa dallo specchio deformante così, come nel suono e nella sua simulazione elettronica, ritroviamo la preminenza delle riflessioni e dei riverberi. Un doppio fatto di logica numerica, algoritmi e prospettiva geometrica e che trova nell’inconscio una sua probabile interpretazione e un altro capitolo della nostra modernità. 


Maurizio Barbetti, viola, viola elettrica

Francesco Cuoghi, chitarra, chitarra elettrica 

Opere di: Eno, Dufourt, Murail, Zaffiri, Stockhausen


L’ingresso e a offerta libera in favore Associazione Musicamica, direzione artistica Giovanna Savino.

Per partecipare è necessaria la prenotazione, al numero 3396531632 ed è richiesta la mascherina FFP2 e il Green Pass Rafforzato, verificato attraverso la app nazionale Verifica C19.