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Fondazione Palazzo Ducale Genova

Mitologia ed esoterismo
nei giardini storici genovesi
24 aprile 2018, ore 17.30
Munizioniere
Nell’ambito di Euroflora 2018

A Genova restano ancora le vestigia di splendidi giardini rinascimentali adagiati tra il mare e le pendici collinari dove prestigiosi committenti e geniali progettisti avevano dato vita a paesaggi incantati intesi come il palcoscenico di racconti che parlano di muse, dee, fauni. I giardini costituivano il luogo ideale per godere dei piaceri della vita, della dissertazione filosofica e letteraria, alla ricerca dei veri valori dell’uomo.
Tra la fine del ‘700 e la prima metà dell’800 il panorama culturale genovese, modificato e accresciuto da trasformazioni sociali, storiche e del sapere, approda ai giardini filosofici esoterici grazie ai contributi di due grandi architetti, Andrea Tagliafichi e Michele Canzio, generando episodi unici nel mondo dei giardini storici italiano ed europeo quale la Villa Pallavicini di Pegli.

Il parco Pallavicini di Pegli, realizzato per volere del Marchese Ignazio Alessandro Pallavicini su progetto dell’architetto, decoratore e scenografo Michele Canzio, rappresenta per le sue caratteristiche architettoniche, artistiche, paesaggistiche e botaniche, uno dei beni monumentali più significativi d’Italia e dell’Europa dei giardini storici. È stato costruito a partire dal 1840, tramite lavori che durarono per circa vent’anni, anche se fu inaugurato il 23 settembre del 1846 in occasione del Congresso degli scienziati italiani che in quell’anno si teneva a Genova.
Il parco si sviluppa sul fianco impervio di una collina pegliese che fu completamente trasformata per generare spazi pianeggianti, ampi bacini idrici e un intrico di percorsi che si arroccano dall’ingresso, fino a 134 m di altitudine. Il paesaggio preesistente fu trasformato in un articolato giardino romantico a struttura teatrale-narrativa sotteso su un itinerario filosofico-massonico, strutturato secondo un racconto scenografico-iniziatico che si articola in tre atti, ognuno composto da quattro scene, preceduti da un prologo e un antefatto e conclusi con un esodo finale.
La composizione si snoda su circa otto ettari e si materializza grazie all’uso di vegetazione esotica ed indigena atta a creare atmosfere emozionali, ad un ricco impianto di acque superficiali che comprende due laghi, cascatelle, ruscelli, fontane e da molteplici architetture da giardino in stile neoclassico, neogotico, rustico, cineseggiante ed esotico.
Il parco, divenuto nell’ottocento una delle mete dei tour turistico-culturali europei, che richiamava pubblico anche dall’America, Cile, Russia, fu ceduto dalla principessa Matilde Giustiniani al Comune di Genova nel 1928. Dopo l’ultima guerra il Comune di Genova aveva chiuso al pubblico la parte alta, relativa al secondo atto del racconto, abbandonando così le scenografie medievaleggianti e gli edifici più imponenti del complesso.
Dal 1985 gli architetti Fabio Calvi e Silvana Ghigino hanno cominciato a studiare questo inconsueto ‘capolavoro di interdisciplinarità’ riportandone alla luce le varie caratteristiche sia tecniche che filosofiche. Nel 1992 sono stati realizzati restauri ingenti per tutta la parte bassa, continuando ad escludere la zona alta del parco con Castello e Mausoleo; un nuovo progressivo degrado ha vanificato queste opere e riportato il bene in uno stato di grave alterazione. Dal 2009 sono iniziate nuove opere di restauro che hanno interessato sia monumenti che la parte estesa del territorio con tutte le sue problematiche di tipo paesaggistico, scenografico e tecnico. Oggi il parco è aperto nella sua interezza: in particolare è stato completamente recuperata la parte alta corrispondente al secondo atto dedicato alla ‘rivisitazione della Storia’ intesa da Michele Canzio come uno scorcio di medioevo.

Silvana Ghigino è architetto paesaggista e docente di “Restauro del Giardino Storico” presso la Facoltà di Architettura di Genova, progettista dei restauri del Parco, e direttrice del Parco

Consulta il sito www.villadurazzopallavicini.it