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Fondazione Palazzo Ducale Genova

6 febbraio 1963: ad appena trent’anni Piero Manzoni viene trovato morto nello studio di via Fiori Chiari a Milano, stroncato da un infarto. Da quel momento in poi è la sua fama di personaggio provocatore e scapestrato ad affermarsi, insieme all’opera più dissacrante, la Merda d’artista che entra nella leggenda e nell’immaginario collettivo.
Ma cosa c’è in realtà prima, dopo e dietro quei trenta grammi di provocazione geniale?
Le notti di “dolce vita milanese” e le scorribande giovanili in bicicletta, le prime prove sotto il patrocinio di Fontana alla ricerca di un’identità artistica personale, il sodalizio con i giovani artisti a lui contemporanei, le collaborazioni con i movimenti d’avanguardia internazionali di cui diventa un esponente ricercato e riconosciuto.
A imporsi fortemente, nel continuo e incessante sperimentare attraverso ogni mezzo ‒ dalla pittura ai progetti per ambienti immersivi ‒ è il nocciolo duro e compatto di un’avventura estetica attorno all’essenza stessa dell’opera d’arte. È un impegno ostinato di cui la vita, nel suo duplice connotato di ordinarietà ed eccezionalità, non può che essere parte integrante. Scrive Manzoni: “C’è solo da essere, c’è solo da vivere.”

Flaminio Gualdoni

Lombardo come Piero Manzoni, nato a Cuggiono (Mi) nel 1954, insegna storia dell’arte all’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano. Ha diretto la Galleria Civica di Modena, i Musei Civici di Varese, la Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano. Dal 2006 tiene la rubrica “Il criptico d’arte” sul Giornale dell’arte.
Tra i suoi libri più recenti si ricordano: Arte in Italia 1943-1999, 2000; Il trucco dell’avanguardia, 2001; Arte classica, 2007; Arnaldo Pomodoro. Catalogo generale, 2007; Una storia del libro, 2008; Art, 2008; Dizionario Skira dei termini artistici, 2010; Storia generale del Nudo, 2012; Piero Manzoni, Vita d’artista, 2013; Breve storia della “Merda d’artista”, 2014; Claudio Costa. Nei materiali dell’umano, 2014.