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Fondazione Palazzo Ducale Genova
Come cambiare i nostri immaginari
Traduzione di Sara Prencipe
in libreria il 27 novembre 2014
Le domande sono fondamentali per cambiare i nostri immaginari. Quali sono, oggi, i nostri immaginari? Come si sono costruiti? Dove ci porteranno? Perché continuiamo a pensare che esistano culture superiori ad altre? Perché ci ostiniamo a chiudere l’altro in una delle componenti della sua identità, definendolo “nero”, “bianco”, “musulmano”, “ebreo”, “omosessuale”, “donna”?
Capire come «funziona» l’essere umano è una curiosita che mi accompagna fin da bambino.
Ho cominciato raccontando la mia storia perché è nella famiglia che nasce la nostra identità. Il modo in cui i genitori ci descrivono e ci promettono come sarà la vita è fondamentale. Coltivare quella curiosità mi ha insegnato che aprirsi al mondo scardina le trappole del razzismo, del sessismo e dell’omofobia. Cambiare i nostri immaginari è un passo necessario, mettere in discussione i nostri condizionamenti ci renderà capaaci di pensare e costruire una societa migliore.
Per questo libro ho incontrato persone impegnate per una società più giusta che mi hanno aiutato a capire meglio la complessità del mondo.
Grazie a loro nasce questa riflessione sulle origini e sullo sviluppo della disuguaglianza e la certezza che il futuro dipendera dalla nostra attitudine a riconoscere che tutte le culture partecipano a quell’insieme che e l’uomo. Hanno scritto con me: Marco Aime, Tzvetan Todorov, Michel Wieviorka, Yves Coppens e Marylène Patou-Mathis, Françoise Héritier, Arsène Wenger, Jean-Didier Vincent, Pascal Boniface, Marie Rose Moro, Doudou Diène, Odon Vallet, Elisabeth Caillet, Franç