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Fondazione Palazzo Ducale Genova

Concerto a cura dell’Associazione Culturale Pasquale Anfossi
venerdì 16 settembre 2022 ore 20.30, Sala del Minor Consiglio

Musica di Henry Purcell, rivisitazione del basso continuo di Benjamin Britten – Parte vocale edita da Peter Pears, Ed. Boosey and Hawkes

Marcella Orsatti soprano, Alessandra Visentin contralto, Mirko Guadagnini tenore, Sergio Foresti basso e Emanuele Delucchi pianoforte

Henry Purcell (1659-1695) è in assoluto l’unico compositore inglese di epoca barocca degno di essere ricordato come un’eccellenza della sua epoca. Benjamin Britten (1913-1976) è considerato il più grande compositore inglese del ventesimo secolo. Sono loro i due grandi astri della musica classica inglese di tutti i tempi e nel programma qui proposto si incontrano, magicamente, grazie allo straordinario lavoro svolto da Britten a metà Novecento. Guardando con grandissima ammirazione a Purcell e a quella sua straordinaria capacità di unire la scrittura musicale al significato delle parole, Britten insieme al tenore Peter Pears, decide di “realizzare” con il suo stile il continuo di moltissime songs purcelliane adattandolo al pianoforte e in alcuni casi anche all’orchestra. Sceglie, tra le altre, molte songs tratte da “Orpheus Britannicus”. Quello che Britten desidera fare, come lui stesso dichiara, non è “un’edizione definitiva o un’opera di riferimento”, ma “un’edizione adatta all’epoca contemporanea”, liberamente interpretabile, in cui “è stato fatto lo sforzo costante di applicare qualcosa di quella miscela di chiarezza, brillantezza, tenerezza e stranezza che splende in tutta la musica di Purcell”. Il tutto nel grande rispetto della scrittura vocale del suo predecessore. È così che arie, duetti, terzetti si colorano di luce e onomatopee “britteniane” quando Purcell gli lascia spazio per disegnare un mondo nuovo, come negli eccezionali “Six duets” che vengono in questo programma eseguiti integralmente, o come intorno alla “lacrima” (drop) di “Music for a while”, o alla ripetizione di dissonanze tra pianoforte e linea vocale che ben descrivono la natura lugubre di “I take no pleasure”.


Il programma

Music for a while (aria tenore) 

Celemene (duetto tenore-soprano) 

Sound the trumpet (duetto soprano-contralto) 

There’s not a swain (aria soprano) 

I spy Celia (duetto tenore-basso) 

Shepherd, leave decoying (duetto soprano-contralto) 

I take no pleasure (aria contralto) 

Lost in my quiet (duetto tenore-contralto) 

What can we poor females do? (duetto soprano-contralto) 

Sweeter than roses (aria soprano) 

Pious Celinda (aria basso) 

Evening Hymn (aria tenore) 

No, resistence is but vain (duetto soprano-basso) 

Man that is born (Corale)


I musicisti

Marcella Orsatti Talamanca, soprano, si diploma in pianoforte al Conservatorio di Vicenza e, dopo aver intrapreso lo studio del canto vince, tra gli altri, il Concorso As.Li.Co. per i ruoli di Alice (Falstaff) e Vitellia (La clemenza di Tito) nel 2001. Ha cantato in prestigiosi teatri, tra i quali Alighieri di Ravenna, Valli di Reggio Emilia, Carlo Felice di Genova, Grand Théâtre di Ginevra, Teatri dell’opera di Lipsia, Essen e Amburgo, sotto la direzione di Massimo de Bernart, Ottavio Dantone, Julia Jones, Michael Gielen, Gérard Korsten, Alessandro D’Agostini, tra gli altri. Nel 2005 interpreta la Contessa (Nozze di Figaro) sotto la direzione di Gianandrea Noseda durante le Settimane Musicali di Stresa e nel 2006 debutta con grande successo al Teatro alla Scala nello stesso ruolo con la direzione di Gérard Korsten. Nel 2007 debutta al Teatro Regio di Torino in Falstaff (Alice) sotto la bacchetta di Noseda; nello stesso Teatro torna nel 2008 nella Clemenza di Tito (Vitellia) diretta da Roberto Abbado. Nel 2013 canta il ruolo di Sara nel Sagrifizio di Abramo di Domenico Cimarosa, eseguito al Duomo di Milano dove torna nel 2014 per l’oratorio Sedecia di Alessandro Scarlatti. Oltre al repertorio operistico di cui ha interpretato alcuni tra i principali ruoli (Violetta, Donna Elvira, Elettra in Idomeneo, Fiordiligi, la Contessa) si dedica con grande passione alla musica da camera affrontando autori che spaziano dal periodo barocco a quello contemporaneo e collaborando con pianisti quali Alessandro D’Agostini, Antonio Ballista e Giulio Zappa.

Alessandra Visentin, contralto, ha cantato in teatri e festival prestigiosi quali Teatro alla Scala, Teatro San Carlo di Napoli, Maggio Musicale Fiorentino, Musikverein di Vienna, Auditorio Nacional de Música di Madrid, Théâtre des Champs-Elysées, Opéra de Reims, Festival di Salisburgo, Ravenna, Macerata, Opera Rara, Misteria Paschalia di Cracovia, Klangvokal Musikfestival Dortmund. È stata diretta da Muti, Chailly, Mehta, Valčuha, Welser-Möst, Hogwood, Malgoire, Dantone, Marcon, Sardelli, Scimone. Attiva anche nel repertorio contemporaneo ha cantato in prima esecuzione brani di Oliver Knussen, Alberto García Demestres, Paolo Marzocchi e Silvia Colasanti. Ha debuttato al Teatro alla Scala ne “La Fanciulla del West”, diretta da Chailly e incisa per Decca Classics. Ha preso parte nella Juditha Triumphans di Vivaldi al Performing Arts Center di Seul e poi a Basilea. Nel 2019 ha debuttato a Boston nell’Incoronazione di Poppea con l’ensemble Boston Baroque e Pearlman, ha cantato in Manon Lescaut al Teatro alla Scala e in Die ägyptische Helena di Strauss e in Madama Butterfly al San Carlo di Napoli. Dopo aver intrapreso lo studio di pianoforte e oboe, si è dedicata al canto al Conservatorio e alla Civica Scuola di Musica Claudio Abbado di Milano e al Conservatorio di Vicenza, studiando con Bernadette Manca di Nissa, Sara Mingardo e perfezionandosi con Robert Kettelson e Regina Resnik. Ha vinto numerosi concorsi internazionali tra cui il Concorso “Comunità Europea” per giovani cantanti lirici.

Grazie alla sua voce calda e versatile, il repertorio del tenore Mirko Guadagnini spazia dalla musica barocca a quella liederistica fino alla musica contemporanea. Dal 1998 collabora con direttori di fama mondiale come Muti, Metha, Campanella, Roberto Abbado, Chung, Renzetti, Pidò, Gardiner, Viotti, Ono, Rustioni, Flor. La carriera solistica lo porta a cantare nei teatri più importanti come Teatro alla Scala, Châtelet a Parigi, Nazionale di Praga, Regio di Torino, Cuvilliés di Monaco di Baviera, Opéra di Lione, Korea National Opera, Opéra di Monte Carlo, La Fenice di Venezia, Concertgebouw di Amsterdam, Comunale di Bologna, Verdi di Firenze, Maggio Musicale Fiorentino, Grand Théâtre di Ginevra, Comunale di Modena, Seattle Theatre, Opéra di Montpellier, Auditorio National di Madrid, Opera di Roma. Intensa è l’attività concertistica con orchestre di fama mondiale: Orchestra del Teatro alla Scala, dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, del Maggio Musicale Fiorentino, della Toscana, della Valle d’Itria, di Radio France, Freiburger Barockorchester, Mozarteumorchester, Accademia Bizantina, L’Europa Galante, Les Arts Florissants, La Venexiana, I Pomeriggi Musicali e laVerdi di Milano. È fondatore del Festival Liederiadi, prima e unica stagione di Lieder in Italia. Porta in scena i cicli liederistici più famosi, da Winterreise a Die schöne Müllerin, da Die schöne Magelone a Dichterliebe, cantando opere di Britten, Mahler fino a C.Ph.E. Bach, Haydn e Beethoven.

Sergio Foresti, uno dei baritoni italiani più richiesti per il repertorio händeliano e vivaldiano, si è contraddistinto anche in un repertorio vasto che va da Monteverdi a Puccini. Tra i debutti più recenti vi sono Giorgio Germont (Traviata) al Teatro Nazionale di Szeged in Ungheria, Escamillo (Carmen), Ford (Falstaff), Schaunard (La bohème) in Olanda e Belgio, Uberto (La serva padrona) al Festival Trigonale in Carinzia, Dulcamara (L’elisir d’amore) al Gut Immling Opera Festival in Baviera. Ha collaborato con direttori di prestigio, tra cui Rinaldo Alessandrini, Ottavio Dantone, Fabio Biondi, Jordi Savall, René Clemencic, René Jacobs, Federico Maria Sardelli, Rolf Beck, Giovanni Antonini. Diplomato in canto, pianoforte e, con lode, in musica vocale da camera al Conservatorio di Firenze, Sergio Foresti ha interpretato vari ruoli in opere di Monteverdi, Cimarosa, Händel e Salieri nei maggiori teatri e festival europei (San Carlo di Napoli, La Fenice di Venezia, Teatro Real di Madrid, Staatsoper Unter den Linden di Berlino, La Monnaie di Bruxelles, Theater an der Wien, Wexford Opera Festival, Innsbrucker Festwochen der Alten Musik). Si è esibito con numerosi ensemble tra cui Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Concerto Italiano, la Reverdie, Il Giardino Armonico, Europa Galante, Sonatori della Gioiosa Marca, Accademia Bizantina, Clemencic Consort, Capella Reial de Catalunya, ensemble a Sei Voci, Cappella Musicale di San Petronio in Bologna, Accademia Chigiana di Siena.

Emanuele Delucchi si è formato con Canzio Bucciarelli a Genova, Riccardo Risaliti a Imola e Davide Cabassi a Bolzano, diplomandosi in pianoforte e composizione. In qualità di solista, con orchestra e in formazioni cameristiche, suona in Italia e all’estero, oltre a comporre e insegnare: la sua attività artistica ha meritato l’attenzione della critica nostrana (Luca Chierici, Luca Ciammarughi, Angelo Foletto) e straniera (Jeremy Nicholas, Jed Distler, tra gli altri). Ha pubblicato dischi con le etichette Toccata (Alkan/Vianna da Motta, con Vincenzo Maltempo), Piano Classics (Godowsky e Bach/D’Albert) e Dynamic (Beethoven/Drouet, con Fabio De Rosa). La sua registrazione integrale degli Studi sopra gli Studi di Chopin di Leopold Godowsky è stata accolta con entusiasmo dalla critica specializzata (Disco del Mese per «Classic Voice», «Gramophone», «Piano news»). È il primo italiano ad aver eseguito il Concerto per piano solo di Alkan (Lecce, 2009) e sua è la prima esecuzione in tempi moderni dell’op. 856 di Czerny (Milano, 2017). Dal 2015 insegna pianoforte e storia della musica presso la Scuola di Musica Cluster di Milano e nel febbraio 2020 a Padova gli viene conferito il Premio “Arrigo Boito”, per la sua attività artistica. Le sue composizioni sono edite dalla Map di Milano e dalla Da Vinci Publishing di Osaka.


Ingresso libero, fino a esaurimento posti disponibili