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Fondazione Palazzo Ducale Genova

Medusa. La bella e il mostro. Demone e il suo doppio alla frontiera della notte

Mostro spaventoso e terribile, dal volto tremendo e dallo sguardo crudele, e insieme bellezza capace di sedurre un dio, Medusa dall’atroce destino ci accompagna fin dagli albori della nostra civiltà. Ma da dove viene? Dall’Asia, dall’Africa, dall’Occidente? Abitava, dice il mito greco, nel paese delle Esperidi, al di là dell’oceano, alla frontiera della notte. Sulla soglia, dunque, del regno dei morti. E’ due volte mortale – perché può morire (e infatti muore), e perché uccide, (pietrificando). Essa ci guarda, sempre, ma non può essere guardata. Ma chi o cosa non si può guardare? La morte? Dio? Il sesso femminile? Maschera e feticcio, la sua testa mozzata guarnisce case, templi, porte, scudi – da cui tiene lontano il male. Talismano benefico, garantisce la vita. La dea della Ragione se ne fa trofeo, simbolo della vittoria della luce sulla tenebra. Il demone Medusa, fatto pietra, sembra un fossile di credenze arcaiche e magiche sparite e arrese alle divinità olimpiche. Eppure proprio la Medusa venuta dalla notte del tempo incrocia la figura di un eroe senza tempo, protagonista, più che di un mito eroico, di una favola universale: Perseo.
Arte e letteratura non hanno mai smesso di interrogarsi sul potere dello sguardo di Medusa, né di raccontare l’avventura leggendaria di Perseo. E la Gorgone, Danae, Andromeda e Keto hanno più volte mutato aspetto e ruolo, fino a rivelarsi epifanie dello stesso fantasma: la donna.
 
Melania Mazzucco
Scrittrice e saggista, nata a Roma. Esordisce nella narrativa con il romanzo Il bacio della Medusa (1996), cui hanno fatto seguito La camera di Baltus (1998) e Lei così amata (2000) dedicato alla scrittrice, fotografa e viaggiatrice svizzera Annemarie Schwarzenbach, della quale ha poi curato e tradotto la raccolta di racconti La gabbia dei falconi (2007). In Vita (2003, Premio Strega) ha ricostruito in chiave picaresca e fantastica la storia di emigrazione in America all’inizio del ‘900 della sua famiglia, trasformando una saga privata in epopea collettiva. Al pittore veneziano Tintoretto ha dedicato il romanzo La lunga attesa dell’angelo (2008, Premio Bagutta), e Jacomo Tintoretto & i suoi figli. Storia di una famiglia veneziana (2009, premio Giovanni Comisso), biografia del maestro, dell’amatissima figlia Marietta e degli altri familiari e discendenti dell’artista, e affresco brulicante di migliaia di vite illustri e anonime, che ricostruisce centocinquant’anni di storia di Venezia. Dal romanzo Un giorno perfetto (2005) è stato tratto l’omonimo film di Ferzan Ozpetek; da Limbo (2012), l’omonimo film tv di Lucio Pellegrini. Il suo ultimo romanzo è Sei come sei, storia di Eva, figlia di due padri (2013).
Ai lettori più giovani ha dedicato Re Lear e la favola Il bassotto e la Regina (2012). Ha scritto anche per il cinema, il teatro e la radio, vincendo fra l’altro il Prix Italia per il miglior radioplay europeo con Dhulan (2001). Collabora con “La Repubblica”.
Con il fortunato Il Museo del mondo (2014), un viaggio nella bellezza in 52 quadri, ha proseguito la sua personalissima narrazione dell’arte.
Le sue opere sono state tradotte in 26 paesi.

Tags: Miti senza tempo