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Fondazione Palazzo Ducale Genova
“Strappare manifesti dai muri è la sola compensazione, l’unico modo di protestare contra una società che ha perduto il gusto del cambiamento e delle trasformazioni favolose”. Con queste parole Mimmo Rotella spiega il perché del suo gesto.
Nell’effervescente scena internazionale degli anni Cinquanta e Sessanta, Mimmo Rotella è un protagonista assoluto, al pari di maestri come Alberto Burri, Piero Manzoni e Lucio Fontana. Nel corso di questo incontro ripercorreremo insieme le diverse fasi della sua avventura artistica, dalle influenze degli artisti americani come Rauschenberg , Oldenburg o Twombly, conosciuti durante il suo viaggio negli Stati Uniti nel 1952, ai primi décollage , dall’adesione al Nouveau Réalisme , il movimento internazionale teorizzato dal critico francese Pierre Restany, fino alla partecipazione alle grandi mostre internazionali per arrivare alle opere degli ultimi anni.
Ludovico Pratesi
Nato nel 1961 a Roma (dove Rotella si stabilisce alla metà degli anni Cinquanta), è curatore e critico d’arte e critico del quotidiano “La Repubblica”.
E’ direttore artistico del Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro e direttore della Fondazione Guastalla per l’arte contemporanea. Direttore artistico dell’associazione Giovani Collezionisti.
Insegna Management per l’arte contemporanea all’Accademia di Belle Arti di Urbino.
Dal 2009 al 2011 è stato curatore scientifico di Palazzo Fabroni di Pistoia; dal 2006 al 2010 è stato Presidente dell’AICA; dal 2012 al 2015 è stato Vice Presidente dell’AMACI (Associazione Musei Arte Contemporanea Italiana); dal 1995 al 2010 è stato Consigliere di Amministrazione per la Quadriennale d’Arte di Roma.
Tra le sue pubblicazioni: L’arte di collezionare arte contemporanea (2010), New Italian Art (2012) e Arte come identità (2015), pubblicati con Castelvecchi.
Per la prima volta il ciclo Novecento italiano oltre il pop affianca le relazioni degli esperti all’ esposizione di alcune opere provenienti da un’importante collezione privata milanese: in questa sala, dal 16 novembre all’ 11 dicembre, una selezione di lavori di Manzoni, Fontana, Rotella e Boetti offrono lo spunto ai relatori per raccontare al pubblico il ruolo di questi maestri nell’Italia del Dopoguerra, del boom economico e del consumismo, con voci talvolta molto diverse dalla parlata Pop.
Rassegna: Novecento italiano oltre il Pop