Salta al contenuto

Fondazione Palazzo Ducale Genova

Genova e Napoleone
lunedì 23 maggio 2022 ore 17.30, Sala del Maggior Consiglio

Conferenza nell’ambito di Napoleone e il teatro. La storia e il palco.

Cosa può comunicare un melodramma, allo spettatore moderno? Molto. Lo dimostra la rassegna sul teatro napoleonico che si svolgerà tra Genova, Venezia e Verona e che propone una serie di eventi per gli specialisti, ma anche per il grande pubblico, e che si inserisce con un anno di ritardo (pandemia oblige) nelle commemorazioni napoleoniche.

Vera e propria star del teatro nell’epoca che precede il romanticismo, René-Charles Guilbert de Pixérécourt (1773 –1844) scrive centoundici opere teatrali e attira le folle a teatro, facendo leva su meccanismi che caratterizzano ancora oggi le serie tv: suspense, emozioni, meccanismi narrativi di vario genere e una trama con una progressione rigorosa. Il pubblico adora la sovrapposizione di linguaggi caratteristica del melodramma, in cui si mescolano pantomima, linguaggio, musiche, passi di danza e scenografie imponenti.

Si tratta di un teatro che si rivolge al popolo e che propone naturalmente una visione caratteristica del periodo, in cui la virtù e la rettitudine trionfano sulla malvagità e sulla perfidia, proponendo così un teatro dell’ordine che appassiona e conforta un pubblico traumatizzato dagli eccessi e dai rivolgimenti degli anni rivoluzionari dimostrandosi al contempo funzionale al mantenimento della stabilità socio-politica auspicata dal regime napoleonico.

Una star del primo Ottocento

Per dare un’idea della popolarità dell’autore, all’epoca soprannominato il Corneille des boulevards, basti pensare che il suo principale successo, Coelina ou l’Enfant du mystère (1800), fu rappresentato 387 volte a Parigi e 1089 volte in provincia, per un numero totale di rappresentazioni impressionante anche in un periodo durante il quale il teatro era considerato come uno dei mezzi di espressione collettiva tra i più importanti e potenti. Ma anche La Femme à deux maris (1802), il melodramma intorno al quale è costruita questa rassegna, non se la cava male: 451 rappresentazioni a Parigi e 895 in provincia sono comunque cifre del tutto rispettabili. Il testo fu tradotto nel 1804 in italiano da Bartolomeo Benincasa, a Venezia, e si presume quindi che sia stato rappresentato all’epoca anche nel nostro paese.
Con l’arrivo del dramma romantico, cui in ogni caso apre la strada a livello di esaltazione delle grandi passioni e di fusione dei vari linguaggi scenici, il melodramma quale nasce e si sviluppa a inizio ottocento evolverà verso altre forme, per essere poi riscoperto nel XX secolo. Per alcuni, si tratta anche di un antenato del cinema muto, a causa della recitazione esagerata a livello di gestualità e mimica dell’attore. Per altri, si tratta di un genere che prelude e influenza il dramma romantico così come altre forme che mescolano recitativo e musica perché anche se non è presente testo cantato, la funzione drammaturgica della musica resta importante: le musiche hanno infatti la funzione di sottolineare i momenti chiave e di creare un’atmosfera, proprio come accade nel cinema.

Di tutto questo si parlerà nel seminario del 24 maggio con alcuni dei maggiori esperti del teatro rivoluzionario e napoleonico, a cavallo, quindi, tra il XVIII e il XIX secolo quali Pierre Frantz (Sorbonne Université), Thibaut Julian (Université Lyon 2), Katherine Astbury (University of Warwick), Paola Perazzolo (University of Warwick/Università di Verona), mentre il 23 maggio alle 17.30 la conferenza tenuta da Luca Lo Basso (Università di Genova) a Palazzo Ducale inquadrerà storicamente i rapporti tra Napoleone Bonaparte e la città di Genova, territorio all’epoca conquistato dal generale corso, e Katherine Astbury (Università di Warwick) introdurrà la rappresentazione teatrale prima dello spettacolo delineando a grandi linee tematiche e caratteristiche del genere quali si ritrovano nella pièce rappresentata per una migliore comprensione di un teatro ormai poco noto.


Per maggiori informazioni clicca qui