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Fondazione Palazzo Ducale Genova

I presepi dei Cappuccini
Rappresentazione popolare della vita dei Genovesi
25 novembre 2022 – 2 febbraio 2023, Museo dei Cappuccini

Il Convento e la Chiesa della SS. Concezione risalgono al 1596, quando i Cappuccini, per servire meglio gli ammalati della città vollero avvicinarsi al centro spostandosi dal monastero di San Barnaba. Grazie ai contributi di benefattori e del Banco di San Giorgio fu possibile raccogliere la somma per acquistare il terreno (11 febbraio 1593) e fare edificare la chiesa, dedicata alla SS. Concezione, in ringraziamento per la protezione ricevuta durante la peste del 1579. Da subito gli artisti più prestigiosi del tempo arricchirono con la loro opera l’umile chiesa e fra questi si ricordano in particolare G.B. Paggi e Bernardo Strozzi, che entrò anche a far parte dell’Ordine.  

Fin da subito questa chiesa, al pari di altre dell’Ordine, divenne luogo d’incontro di genti delle più disparate estrazioni sociali; i cappuccini avevano una parola di conforto, un atteggiamento umile e gioioso verso tutti e si adoperarono nell’esercizio della carità verso i poveri e verso gli ammalati ai quali prestavano servizio nell’”Ospedale grande” di Pammatone e nel “Ridotto” degli Incurabili. Ogni secolo della “vita” di questa chiesa è segnato dall’esempio di umili frati che hanno portato conforto alle classi sociali più umili: Fra Tomaso Baracchini da Trebiano, fra Felice Faggioni da Marola, San Francesco Maria da Camporosso (il “Padre Santo”) e padre Umile Bonzi. Ancora oggi il convento è sede di una mensa per i poveri che offre oltre 100 pasti al giorno. La chiesa è conosciuta anche come la “Spoon River dei Genovesi”, nel 1669, infatti, la necessità di accogliere le tombe di illustri genovesi, fra i quali spicca il poeta dialettale Martin Piaggio, portò alla costruzione de “li nobili cimiteri” attorno alla cappella – cripta sotto il grande coro, grazie al contributo della famiglia Giustiniani. 


Oggi osservare presepi antichi ci permette di capire quali abiti e quali tradizioni avessero, ad esempio, i nobili genovesi in età barocca. È il caso del presepe settecentesco realizzato con le statuine della scuola di Anton Maria Maragliano. Le figure da presepe, abilmente scolpite, venivano infatti affidate ad un sarto che provvedeva a vestire il manichino con abiti adeguati al personaggio. Mentre le vesti della Vergine e di San Giuseppe ripetono con poche varianti i modelli tradizionali, le vestiture dei pastori e dei popolani rispecchiano più realisticamente le varietà dell’abbigliamento delle classi meno abbienti. Gli abiti più antichi, accuratamente realizzati da sarti e ricamatori con notevole varietà di fogge e di tessuti e rifiniti da minuscoli nastri, galloni e bottoncini, rivelano un’attenta osservazione della realtà quotidiana. Un’attenzione alla resa del dettaglio realistico che induce a completare alcune figure femminili del relativo corredo di ornamenti: collane di corallo a grani tubolari lisci o a sferette e minuscoli orecchini in filigrana d’argento dorato ispirati alla coeva oreficeria popolare ligure. Ricorrenti erano invece le tipologie dei volti dei personaggi che si ripetevano da un presepe all’altro con lievi varianti. La contadinella sorridente, la vecchia contadina dalla forte mascella sporgente, il pastore barbuto con il cappello nero a tesa larga, il giovane pastorello dal volto glabro incorniciato da una berretta foderata di pelliccia, il mendicante con la gamba di legno e la stampella vestito di Jeans. 

A cura di Daphne Ferrero e Luca Piccardo

Museo dei Cappuccini, viale IV Novembre 5, 16121 Genova. Ingresso da via B. Bosco, dietro il Palazzo di Giustizia

da martedì a domenica, ore 15-18.30. Il giovedì ore 10-13 e 15-18.30
ingresso ad offerta

Informazioni: 0108592759 – 377 3817248 – info@bccgenova.org – www.bccgenova.it


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