Salta al contenuto

Fondazione Palazzo Ducale Genova

Presentazione del romanzo di Sonia Gentili
insieme all’autrice intervengono Sergio Givone, Peppino Ortoleva e Enrico Testa
letture di Elisa Veronica Zucchi


giovedì 18 marzo 2021 ore 18.30, canale YouTube di Palazzo Ducale


Secondo il dibattito attuale il romanzo storico, genere oggi di moda, avrebbe la forza immedesimante dello specchio in cui il presente può riconoscersi. Ma il passato può essere un’immagine inattuale in cui è contemplabile solo la radicale contingenza delle cose umane: l’incertezza del loro inizio e la certezza della loro fine. Si colloca in quest’orizzonte il romanzo I filosofi di Sonia Gentili, dove nelle capitali culturali di un grande impero in agonia si gioca l’eterna partita tra vincitori e vinti della storia.

Nel II secolo dopo Cristo da Alessandria d’Egitto a Cesarea, da Roma a Costantinopoli si consuma lo scontro tra due intellettuali, il pagano Celso e il cristiano Origene. Ideologie e fedi sembrano trionfare, cancellando chi, come Celso, non crede nell’atto di credere, ma ogni dogma si rivela alla fine instabile e illusorio. L’altra partita giocata nel romanzo è quella tra forza delle immagini e ambizione della ragione, tra l’ideologia che vorrebbe portare la verità e l’immagine poetica, irriducibile a una sola verità ma specchio fedele del mistero polimorfo dell’esistenza.

Castelvecchi Editore


Sonia Gentili insegna letteratura italiana (Sapienza università di Roma). È saggista (L’uomo aristotelico alle origini della letteratura italiana, Carocci, 2005; Cultura della razza e cultura letteraria nell’Italia del Novecento. Carocci, 2008; Novecento scritturale. La letteratura Italiana e la Bibbia, Carocci, 2016) e scrittrice. Ha pubblicato quattro libri di poesia (L’impero e la Gorgone, Perrone, 2007 ; Parva naturalia, Aragno, 2012; Viaggio mentre morivo, Aragno, 2015, premio Viareggio 2016 e premio Pisa 2016; I quattro gesti della creazione, Aragno, 2020, da cui sta traendo uno spettacolo teatrale in collaborazione con la danzatrice-performer israeliana Yael Karavan) e il romanzo I filosofi (Castelvecchi 2019). Collabora col quotidiano “il Manifesto”.

Sergio Givone è professore emerito di Estetica presso l’Università di Firenze.
Discepolo di L. Pareyson, ha perfezionato i suoi studi all’Università di Heidelberg, rivestendo in seguito incarichi universitari a Perugia, Torino e Firenze.
Prendendo le mosse dalla nozione di «pensiero tragico», Givone è fautore di un approccio ermeneutico all’esperienza estetica. Tra le sue opere: La storia della filosofia secondo Kant (1972), William Blake. Arte e religione (1978), Ermeneutica e romanticismo (1982); Disincanto del mondo e pensiero tragico (1988), Storia del nulla (1995), Eros/ethos (2000), Prima lezione di estetica (2003), Il bibliotecario di Leibniz (2005), Metafisica della peste (2012), Luce d’addio. Dialoghi dell’amore ferito (2016), Fra terra e cielo. La vera storia della cupola di Brunelleschi (2020). G. è anche autore di alcuni romanzi, tra cui occorre segnalare Favola delle cose ultime (1998), Nel nome di un dio barbaro (2002) e Non c’è più tempo (2008).

Peppino Ortoleva è studioso di storia e teoria dei mezzi di comunicazione, ha indagato il ruolo dei media nella diffusione della conoscenza storica, nonché le conseguenze sociali e culturali dell’innovazione mediatica. Tra le pubblicazioni più recenti si ricordano Mediastoria (2002), L’enciclopedia della radio (2003), Le onde del futuro (2006) e Il secolo dei media (2009). Ha diretto con Chiara Ottaviano la collana editoriale Mediamorfosi della casa editrice Utet ed è presidente di Mediasfera (società di ricerca e progettazione culturale); insegna Storia e teoria dei media all’Università degli Studi di Torino. 

Enrico Testa è professore ordinario di Storia della Lingua italiana presso la Scuola di Scienze Umanistiche dell’Università di Genova. Ha scritto sulla novella del XV e del XVI secolo, sul romanzo Otto-Novecentesco e sulla poesia del ‘900, in particolare su Eugenio Montale, Giorgio Caproni (di cui ha curato il Quaderno di traduzioni), Alberto Vigevani (di cui ha curato L’esistenza. Tutte le poesie 1980-92) e Edoardo Sanguineti. Ha anche curato un’antologia della poesia italiana del secondo Novecento (Dopo la lirica. Poeti italiani 1960-2000, 2005) e presentato raccolte di Cesare Ruffato e Cesare Viviani.

Elisa Veronica Zucchi si laurea in filosofia a Trieste con una tesi su Carmelo Bene. Con Alberto Di Stasio interpreta nel 2015 L’uomo dal fiore in bocca; con la regia di Pippo Di Marca Per filo e per segno (2011) di Luca Archibugi, partecipando, nel corso degli anni, a numerosi spettacoli di questo autore, l’ultimo dei quali è Il quarto dito di Clara, ispirato alla musica di Robert Schumann e rappresentato al Maxxi nel settembre del 2021. Inoltre, fra il 2011 e il 2014, prende parte ad alcuni laboratori-spettacolo del Teatro di Roma. Ha sceneggiato diversi documentari prodotti da Rai Cinema. Collabora a varie riviste e, dall’inizio di quest’anno, scrive di letteratura e filosofia sul Foglio.