Salta al contenuto

Fondazione Palazzo Ducale Genova

Le nazionalizzazioni
non sono più di sinistra?
 
lunedì 25 marzo 2019, ore 17.45
Sala del Minor Consiglio

«La natura dell’opposizione destra/sinistra e la sua validità come bussola di orientamento per comprendere le grandi questioni da due secoli al centro del dibattito politico sembrano aver perso la rilevanza di un tempo. Continua a leggere

Nei paesi ricchi di risorse naturali le nazionalizzazioni sono spesso finalizzate a politiche redistributive e, quindi, di sinistra. Un esempio in questo senso è rappresentato da numerosi paesi emergenti, in particolare da molti paesi dell’America Latina. In questi casi l’esito è quasi sempre un indebolimento della democrazia e l’avvento di regimi autoritari. Negli altri paesi le nazionalizzazioni riguardano, non risorse naturali, ma settori industriali strategici (l’energia, industria di base , ecc.).
Esse hanno lo scopo di favorire lo sviluppo del paese, contrastando i monopoli, di indirizzarlo verso obiettivi prescelti e/o di accrescere il potere dell’esecutivo.
Infine, le nazionalizzazioni possono avere obiettivi meta-economici, ad esempio la salvaguardia della sicurezza nazionale, si pensi alle comunicazioni o alla stessa energia.
In conclusione, non tutte le nazionalizzazioni sono perseguite con scopi redistributivi (di sinistra). Esse, anzi, sono spesso perseguite da regimi che intendono consolidare il proprio potere e rendere più difficile l’alternanza, magari anche ricorrendo a politiche redistributive.
Giovanni B. Pittaluga

Destra e sinistra sono categorie politiche ormai prive di senso. La sinistra dopo aver adottato politiche neoliberali, che erano proprie della destra, è scomparsa. E con la fine della sinistra anche la destra ha perso di significato. Oggi abbiamo un governo formato da un partito che faceva parte di una coalizione di centrodestra, la Lega, e un altro partito, il Movimento 5 Stelle, che ha sempre rifiutato di essere di destra o di sinistra. Tutti e due insieme però sono in qualche modo “sovranisti”, tutti e due insieme mettono al primo posto l’interesse nazionale.

Le nazionalizzazioni non sono più di sinistra? Per la verità le privatizzazioni sono state fatte proprio dalla sinistra.
La Destra voleva meno Stato e più mercato e la Sinistra pure. Entrambe sono morte. Perché oggi con il sovranismo rinasce lo Stato, sì anche lo Stato che interviene nell’economia. Nazionalismo oggi significa recuperare il senso dello Stato dopo decenni di neoliberismo. Nazionalismo significa oggi ridare voce al popolo contro le élite. Nazionalismo oggi significa recuperare la propria sovranità contro lo strapotere dell’Unione Europea, il ricatto dei mercati e il globalismo che cancella l’identità dei popoli.
Paolo Becchi

Giovanni B. Pittaluga è professore ordinario di Economia Politica, Facoltà di Scienze Politiche, Università degli Studi di Genova
 
Paolo Becchi è ordinario di Filosofia del Diritto all‘ Università di Genova, dove insegna attualmente Filosofia pratica e Bioetica. È autore di numerose pubblicazioni, accademiche e divulgative. Ha lavorato in Germania presso l‘ Università del Saarland e in Svizzera presso l’Università di Lucerna.
Gli è stata conferita la laurea honoris causa in Giurisprudenza dalla Eötvös Loránd University di Budapest. Inizialmente considerato dalla stampa l‘ ideologo del MoVimento 5 Stelle, si è impegnato per la trasformazione della Lega Nord in una Lega nazionale. Editorialista di Libero, ha di recente pubblicato il libro „Italia sovrana“, per Sperling & Kupfer.

Ultimo appuntamento con Destra e sinistra, tramonto o eclisse?, a cura di Dino Cofrancesco