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Fondazione Palazzo Ducale Genova

giovedì 27 gennaio ore 10.30, Sala del Maggior Consiglio

Cerimonia ufficiale, oratore ufficiale Anna Foa

A seguire, premiazione delle scuole che hanno partecipato alla prima fase del concorso nazionale “I giovani ricordano la Shoah”.
Consegna delle medaglie d’onore, concesse dal Presidente della Repubblica, ai cittadini italiani deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra e ai familiari dei deceduti.
Conduce Franco Nativo


domenica 30 gennaio ore 16, Sala del Maggior Consiglio

Leben? Oder Theater? | Mise en espace musicale dall’opera di Charlotte Salomon

Lettura dei testi e installazioni sceniche a cura del Liceo Artistico Emanuele Luzzati di Chiavari
Esecuzioni musicali a cura dell’Associazione Musicale Franco Pucciarelli
Proiezione delle immagini originali gentilmente concesse da Joods Historisch Museum e Charlotte Salomon Foundation di Amsterdam

A cura della Fondazione Giorgio e Lilli Devoto e Associazione Musica&Cultura San Torpete
Ingresso libero su prenotazione
Informazioni e prenotazioni al numero:
345 4558112


domenica 23 gennaio

ore 10-17, Sala Storia Patria | Dall’alba al tramonto
lettura integrale del Diario 1941-1943 di Etty Hillesum

All’inizio di questo Diario, Etty è una giovane donna di Amsterdam, intensa e passionale. Legge Rilke, Dostoevskij, Jung. È ebrea, ma non osservante. I temi religiosi la attirano, e talvolta ne parla. Poi, a poco a poco, la realtà della persecuzione comincia a infiltrarsi fra le righe del diario. Etty registra le voci su amici scomparsi nei campi di concentramento, uccisi o imprigionati. Un giorno, davanti a un gruppo sparuto di alberi, trova il cartello: «Vietato agli ebrei». Un altro giorno, certi negozi vengono proibiti agli ebrei. Un altro giorno, gli ebrei non possono più usare la bicicletta. Etty annota: «La nostra distruzione si avvicina furtivamente da ogni parte, presto il cerchio sarà chiuso intorno a noi e nessuna persona buona che vorrà darci aiuto lo potrà oltrepassare». Ma, quanto più il cerchio si stringe, tanto più Etty sembra acquistare una straordinaria forza dell’anima. Non pensa un solo momento, anche se ne avrebbe l’occasione, a salvarsi. Pensa a come potrà essere d’aiuto ai tanti che stanno per condividere con lei il «destino di massa» della morte amministrata dalle autorità tedesche. Confinata a Westerbork, campo di transito da cui sarà mandata ad Auschwitz, Etty esalta persino in quel «pezzetto di brughiera recintato dal filo spinato» la sua capacità di essere un «cuore pensante». Se la tecnica nazista consisteva innanzitutto nel provocare l’avvilimento fisico e psichico delle vittime, si può dire che su Etty abbia provocato l’effetto contrario. A mano a mano che si avvicina la fine, la sua voce diventa sempre più limpida e sicura, senza incrinature. Anche nel pieno dell’orrore, riesce a respingere ogni atomo di odio, perché renderebbe il mondo ancor più «inospitale». La disposizione che ha Etty ad amare è invincibile. Sul diario aveva annotato: «“Temprato”: distinguerlo da “indurito”». E proprio la sua vita sta a mostrare quella differenza. 

ore 17.45, Sala del Minor Consiglio | Incontro con David Bidussa
in ricordo dell’anniversario della Conferenza di Wannsee del 1942

Il genocidio degli ebrei d’Europa. Uno sterminio lucido, burocratico, basato sulla divisione del lavoro cui partecipano attivamente milioni di persone. La conferenza di Wannsee del 20 gennaio 1942 è questo: una riunione in cui tredici gerarchi nazisti, in 90 minuti – la durata di una partita di calcio, tempi supplementari esclusi –  rendono operativa una convinzione e varano un ordine di servizio che realizza un obiettivo che la loro ideologia e il regime di cui sono entusiasti costruttori  hanno «sognato» da sempre.

In collaborazione con il Centro culturale Primo Levi


dal 21 gennaio al 6 febbraio

Segrete. Tracce di Memoria XIV edizione

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Per partecipare agli eventi è richiesta la mascherina FFP2 e il green pass rafforzato, verificato attraverso la app nazionale Verifica C19. Leggi di più