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Fondazione Palazzo Ducale Genova

Aspettando la Storia in Piazza
 
Fiume
23 marzo 2018, ore 17.45
Sala del Maggior Consiglio

La città di Fiume divenne famosa in tutto il mondo quando venne occupata dal poeta Gabriele D’Annunzio alla guida di una banda di avventurieri. Quella che venne ribattezza “l’impresa di Fiume” fu un’occupazione militare a metà tra la farsa e la tragedia e oggi è considerata da molti storici una “prova generale” del fascismo, dove vennero utilizzate per la prima volta metodi, tattiche e simboli che sarebbero divenuti comuni nei vent’anni del regime.
Alessandro Barbero
 
Perché proprio l’impresa di Fiume? Perché un tema così ‘arcitaliano’ e per giunta oggetto per certi versi di una sorta di oblio e per altri di molto sarcasmo per il suo velleitarismo ‘sociale’, per il suo carattere pittoresco e quasi ‘carnevalesco-licenzioso’, oppure di condanna per i suoi tratti estetici-retorici ‘prefascisti’? E perché, lungi dal ristabilire le giuste proporzioni storiche dell’evento e, per così dire, neutralizzarne il possibile effetto polemico, si sceglie al contrario di esaltarlo celebrandolo il 23 marzo 2018, novantanovesimo anniversario della fondazione dei Fasci di Combattimento?
La data scelta, in realtà, è stata una pura coincidenza. Ma il semplice rilevarlo è spia dell’inquietudine della tensione dei giorni nostri. E allora sembra salutare riflettere appunto, con pacatezza e magari non senza ironia, sulla paradossale esperienza di un Poeta divenuto Soldato – e si può dire che da allora in poi non uscì mai dall’uniforme – e di un pugno di avventurieri, di ragazzi dalle belle speranze e dagli orizzonti sociali disperati, di gente piena d’ideali e di frustrazioni e vuota di futuro, di rivoluzionari nazionalisti che stavano scoprendo l’urgenza della socialità e di rivoluzionari socialisti che stavano prendendo atto della crucialità di quei valori nazionali che, intanto, nella conferenza di pace di Parigi stavano proponendosi proprio – fra le buone intenzioni trasformate in pessime scelte di politica internazionale di mister Wilson e la prepotente arroganza del vincitore, il ‘Tigre’ Clemenceau – come la bomba a orologeria incautamente innescata e che sarebbe scoppiata nel quarto di secolo successivo.
Restano sullo sfondo, remote ma presenti, il presente e il futuro della Rivoluzione bolscevica; la non ancora compresa ascesa internazionale del gigante statunitense e di tutte le sue buone intenzioni umanitarie delle quali sarebbe stato lastricato l’inferno del XX secolo (e anche quello del XXI?); la morte di un’Europa guidata dai ‘leaders’ degli stati vincitori del 1918 i quali non avevano ancora capito – né lo avrebbero capito più tardi – che la loro vittoria era non solo provvisoria, ma anche apparente; e che le guerre – come avrebbe sentenziato un grande papa – in realtà le perdono tutti.
Franco Cardini
 

L’incontro sarà preceduto da un breve concerto di Ieuan Jones, musicista inglese, professore presso il Royal College of Music di Londra, conosciuto a livello internazionale come uno dei maggiori esecutori e concertisti d’arpa.
Musiche di Alfredo Casella, Gabriel Fauré e Claude Debussy
 
Programma:
Alfredo Casella (1883-1947)
Da Undici pezzi infantili op.35 (1920)
No. 6 Siciliana
No.8 Minuetto
No.10 Berceuse
Gabriel Fauré (1845-1924)
Après un rêve
Claude Debussy (1862-1918)
Clair de Lune
Alfredo Casella
Cocktail`s Dance (1918)

Consulta qui le altre anticipazioni de la storia in piazza e qui il programma sintetico della rassegna edizione 2018