Salta al contenuto

Fondazione Palazzo Ducale Genova

Alain Schnapp si è formato alla della scuola di Vernant e Pierre Vidal-Naquet, che ha introdotto il pensiero antropologico nello studio della Grecia Antica. Ha condotto scavi archeologici estesi sia in Italia (Eboli, Moio della Civitella, Laos) che a Creta (Itanos). Ha avviato un programma di studio pluriennale nella città di Itanos a Creta, che ha diretto a stretto contatto con alcuni suoi colleghi greci combinando diversi approcci di ricerca, di prospezione e di scavo; che sono stati utilizzati per studiare nel lungo periodo l’intera evoluzione di un territorio.

Il suo interesse per l’iconografia, comprese le rappresentazioni di caccia in Grecia, è noto e la sua tesi di Laurea è stata proprio incentrata sull’iconografia della Grecia Anticae. Questo interesse per le immagini dell’antica Grecia ha fatto si che il Prof. Schnapp curasse diverse mostre per il grande pubblico,

Si è a lungo interessato ai metodi e alle teorie di archeologia, tanto è che egli è divenuto uno degli esperti di storia dell’archeologia, che ha esplicitato in un libro, “la conquista del passato”, tradotto in molte lingue. Ha tenuto conferenze ampiamente partecipate su questi temi ed in particolare ha coordinato gli “Archivi di archeologia europea” i del progetto (area), che ha portato a numerose pubblicazioni e mostre, tra cui la pubblicazione congiunta di una storia della cultura antiquaria (2013).

La città e le sue rovine: Sumer, Atene, Roma, Gerusalemme

La città è un orizzonte che accomuna tante culture. E per definizione legata al potere delle comunità umane, al tipo di economia, di strutture sociale e politiche che la distinguono delle altre forme di abitati. Per costruire il suo futuro la città ha bisogno del passato. Studiando il modo secondo quale queste quattro città cosi diverse affrontano il proprio passato si tenterà di ricostruire la tipologia dell’attitudine che fanno di queste città un ideal-tipo.

La città assira è figlia degli dei che le garantiscono l’equilibrio, e se gli dei la lasciano, questa scompare. La città greca rispetta gli dèi ma è opera dei cittadini; se loro si comportano male allora viene la stasis, la guerra civile che distrugge tutte le istituzioni, e anche il quadro urbano. La città romana è una città-mondo che si dilaga fino ai limiti dell’universo, capace di imporre il suo modello a tutti, e di accettare gli dei e la memoria dei conquistati. 

La città ebraica è la città del Tempio che assicura agli abitanti una relazione inscindibile con la divinità e con il passato del suo popolo. La relazione tra la città e la sua rappresentazione del passato è al cuore di questa riflessione: “tanto è vero che attraverso tutta una parte di loro i gruppi (della città) imitano la passività della la materia inerte”. (Maurice Halbwachs).

sabato 2 aprile, ore 12
Sala Liguria