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Fondazione Palazzo Ducale Genova
Rotte silenziose in acque turbolente: l’Unione delle Donne Italiane nell’Italia tra gli anni ’70 e ‘80
giovedì 30 marzo 2023 ore 11.15, Sala Liguria
L’idea di storia come indagine delle cause profonde e quasi mai visibili degli eventi storici, così come la ripresa del tema di una “storia segreta”, perché occulta, o meglio occultata, ci ha condotto a riflettere nuovamente su un periodo della storia italiana – la seconda metà degli anni Settanta e i primi anni Ottanta del XX secolo – che ha visto grandi polarizzazioni in campo politico, la violenza armata, la fine dell’unità sindacale, la crisi economica, la forte inflazione, l’adesione al sistema monetario europeo e una sostanziale riorganizzazione della società italiana.
I mass-media e in seguito la storiografia si sono occupati della società italiana di quegli anni soffermandosi preferibilmente sui movimenti radicali, certamente più seducenti – come i collettivi –, oppure destabilizzanti – come le bande armate – comunque più interessanti per la loro dirompenza.
Certe di poter contribuire in maniera proficua al tema della Storia in piazza di quest’anno con un contributo teso ad arricchire il sapere storico globale, vogliamo ripercorrere la storia dell’Udi nel quinquennio 1978-1982 per due ordini di motivi: il primo soddisfa una ragione di opportunità, poiché questi pochi anni costituiscono uno snodo fondamentale nella storia italiana del secondo Novecento; il secondo trova la sua ragion d’essere nell’estensione delle relazioni che le donne dell’Udi intrattenevano con le altre organizzazioni. Tra queste vi era il P.C.I, che in quegli anni contava 440.000 donne tesserate, molte delle quali erano iscritte anche all’Udi.
Si tratta inoltre di una storia molto poco raccontata, anche dalle stesse protagoniste di quegli eventi.
Le donne dell’Udi portarono nell’associazione tutte le contraddizioni politiche e sociali del periodo e le istanze dei movimenti femministi, di cui alcune pure facevano parte. Nel passaggio dal X Congresso (1978) all’XI (1982), l’Udi uscì trasformata.
Fu una difficile fase di mutamento, in cui i dibattiti sulla struttura dell’associazione (organizzazione vs movimento) accompagnarono quelli sui temi su cui concentrare la propria attività futura, all’interno del binomio emancipazione/liberazione. La scelta dell’indipendenza e dell’autodeterminazione è stata una scommessa che, seppur con momenti carsici e di fragile resilienza, ha traghettato l’Udi sino al presente.
Monica Galletti introdurrà il periodo storico e le istanze del movimento delle donne.
Rosangela Pesenti, attraverso una video registrazione, contribuirà a riflettere sulle scelte di autonomia e indipendenza dell’UDI.
Rosangela Pesenti è insegnante di storia e letteratura nella scuola superiore. Specializzata in analisi transazionale, è counselor professionista. Ha conseguito dottorato in Epistemologia delle complessità e Antropologia.
Attualmente formatrice sui temi delle radici storiche e culturali della violenza, seguendo tracce dalle leggi alla letteratura, dall’arte alla politica, dalle strutture delle narrazioni alle strutture dell’economia. Autrice di saggi e romanzi. Ha svolto incarichi nazionali di direzione delle associazioni U.D.I. e Archivi dell’ U.D.I .
Monica Galletti lavora come bibliotecaria all’Università di Genova, dove si è laureata in Lettere con una tesi di Storia del libro. Attualmente è dottoranda in Storia della Cultura Scritta presso l’Università di Alcalá de Henares, in Spagna, dove fa parte del Gruppo di Ricerca «Lectura, Escritura, Alfabetización» (LEA), del «Seminario Interdisciplinar de Estudios sobre Cultura Escrita» (SIECE) ed è membro del progetto «Vox populi. Espacios, prácticas y estrategias de visibilidad de las escrituras del margen en las épocas moderna y contemporánea» del Ministerio de Ciencia e Innovación.
Flora Cordone è una giovane laureata magistrale in Letterature Moderne, con tesi di filologia italiana. Attualmente è insegnante di scuola secondaria di secondo grado. Ricopre il ruolo di Responsabile della Biblioteca Margherita Ferro dell’UDI di Genova.
Foto di Alessia Aicardi