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Fondazione Palazzo Ducale Genova
Dalle collezioni del Deutsches Historisches Museum di Berlino
29 novembre 2008 – 29 marzo 2009
In prossimità del ventennale della caduta del muro di Berlino, la Wolfsoniana, con il supporto del Deutsches Historisches Museum (DHM) di Berlino e in collaborazione con la Regione Liguria e il Goethe-Institut Genua, presenta una mostra sulla storia e la cultura della Repubblica Democratica Tedesca.
La mostra, organizzata dalla Wolfsoniana – Fondazione Regionale Cristoforo Colombo con il patrocinio del Consolato Generale della Repubblica Federale di Germania, introduce 20 anni dalla caduta del muro di Berlino, una serie di eventi a cura di Genova Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura.
Attraverso una selezione delle opere presentate a Berlino nella mostra Parteidiktatur und Alltag in der DDR del DHM, l’edizione italiana intende documentare la realtà quotidiana della DDR, dall’epoca della separazione politica delle due Germanie sino alla caduta del muro, innalzato il 13 agosto del 1961 con l’approvazione del blocco sovietico.
Durante il regime la vita quotidiana dei cittadini, inquadrata sin dall’infanzia nelle organizzazioni scolastiche, era sottoposta al controllo della STASI, la polizia segreta del Ministero della Sicurezza, che, attraverso un sofisticato sistema di spionaggio, indagava sulla lealtà al regime e alla linea del partito.
Anche la cultura era gestita dal potere politico: in campo artistico, la SED (Partito Socialista Tedesco) sosteneva soluzioni estetiche analoghe a quelle del realismo socialista, proponendo una rappresentazione positiva della classe lavoratrice e promuovendo un’arte ufficiale tesa a esaltare i leader del partito e i padri del movimento rivoluzionario tedesco e internazionale, come documentato in mostra dai busti di Marx, Engels, Lenin, Stalin, Luxemburg, Liebknecht, Ulbricht e Honecker.
Il regime, che nella sua propaganda definiva sovente la Repubblica Federale Tedesca come uno stato fascista, militare e imperialista, ostacolava gli artisti e gli intellettuali dissidenti vietando la pubblicazione dei loro lavori e la possibilità di esibirsi. Nonostante ciò, durante i quarant’anni di dittatura, si verificarono parziali aperture verso la cultura occidentale e verso forme espressive di avanguardia nelle arti, nella musica, nel teatro, nella letteratura e nel cinema.
Per non cancellare la storia recente della Repubblica Democratica, a partire dal 1990 con lo slogan “La DDR appartiene a un museo” sono stati raccolti cimeli e oggetti d’uso, come mobili, elettrodomestici, vestiti, generi di consumo, ma anche opere d’arte, grafica, pubblicità e fotografie, per testimoniare la cronaca degli anni che avevano preceduto il crollo del muro.
Una selezione di questo materiale, conservato oggi presso il DHM, viene proposto nella mostra Dittatura di partito e vita quotidiana nella DDR, curata da Silvia Barisione, Matteo Fochessati, Gianni Franzone con la collaborazione di Roberta Lucentini. Si tratta di una tematica di particolare interesse in questi anni, come testimoniato dal successo di pubblico di film come Le vite degli altri, premio Oscar come miglior film straniero nel 2007 e Good Bye Lenin, miglior film europeo al festival di Berlino nel 2003