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Fondazione Palazzo Ducale Genova
con Rav Giuseppe Momigliano
Centro Culturale Primo Levi
Il confronto del pensiero religioso ebraico con la Shoà si è sviluppato dopo la tragedia seguendo diversi orientamenti, in una certa misura era già presenti nel tempo stesso in cui gli eventi si compivano; le riflessioni, i ricordi e le testimonianze di rabbini, guide spirituali, anche semplici ebrei “timorati di D.O”, che si rifanno alle fonti tradizionali della Torah e dell’insegnamento dei Maestri del popolo ebraico, ci trasmettono intense espressioni di fede, le emozioni e lo sbigottimento dell’animo del credente di fronte ad eventi e situazioni che risulta assai arduo inquadrare negli schemi tradizionali, con i quali il pensiero ebraico nel passato aveva affrontato le esperienze di sofferenze e patimenti. Vediamo talora, in queste riflessioni sulla shoà, tentativi articolati e sofferti di interpretare i tragici eventi non solo nel quadro complessivo della storia ebraica ma anche nell’intreccio degli avvenimenti che li hanno preceduti ed in una collocazione più strettamente legata all’evoluzione del popolo ebraico nell’epoca moderna; spesso l’approccio con i drammatici interrogativi posti dalla shoà mette alla prova i diversi orientamenti del panorama religioso ebraico, facendo scaturire rinnovate espressioni di fede, che talora ribadiscono e persino rafforzano i convincimenti e le scelte ideologiche già maturate, a volte invece determinano ripensamenti e revisioni, pur rimanendo assolutamente all’interno di una concezione religiosa.