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Fondazione Palazzo Ducale Genova
Dal 22 novembre 2024
La Wolfsoniana apre la nuova stagione espositiva e presenta le ultime acquisizioni della collezione: La Madre (1921) di Giovanni Costantini e le sculture di Guido Galletti tra le due guerre.
L’associazione The American Friends of the Palazzo Ducale Genoa – istituita nel 2020 con lo scopo diffondere tra il pubblico americano le attività espositive e culturali della Wolfsoniana e di Palazzo Ducale e di sostenerne finanziariamente i progetti, attuando uno scambio di collaborazione con la Wolfsonian–Florida International University e altri musei, fondazioni ed enti educativi negli Stati Uniti – ha recentemente acquistato e concesso in comodato d’uso il dipinto La Madre (1921) di Giovanni Costantini (Roma 1872 – 1947).
L’opera faceva parte della serie Lacrime di guerra, realizzata dall’artista dopo la Prima guerra mondiale: una straziante contestazione pittorica degli orrori del conflitto globale, in cui per la prima volta le potenze mondiali si scontrarono utilizzando la micidiale tecnologia delle armi moderne. Esposto alla Prima biennale romana, tenutasi nel 1921 al Palazzo delle Esposizioni di Roma, il dipinto raffigura una donna in fabbrica che sta assemblando un proiettile. L’immagine, carica di temi attuali e moderni, femminista e patriottica, mostra il carattere contraddittorio di tale azione: la donna, che sta per dare alla luce una nuova vita, partecipa alla produzione di un’arma di morte. La serie Lacrime di guerra, nonostante i riscontri positivi della critica, non trovò altrettanto entusiasmo nell’establishment politico; con l’avvento del fascismo la visione umanista e pacifista di Costantini fu osteggiata dall’emergente clima di esaltazione retorica dell’eroismo e del militarismo.
La Madre si aggiunge alla ricca serie di opere d’arte, materiali grafici, oggetti e archivi personali, conservati presso la Wolfsoniana, che documentano i due conflitti mondiali. L’opera in esposizione è affiancata dal dipinto dell’artista futurista Alba Giuppone (Berna 1902 – Chivasso, Torino 1978) Donne in tempo di guerra (1942-1943) che raffigura un soggetto analogo, ma nel contesto della Seconda guerra mondiale; improntato da un forte intento propagandistico, il dipinto fu stato concepito pochi mesi prima del crollo del regime fascista.
a cura di Matteo Fochessati e Anna Vyazemtseva
Guido Galletti (Londra 1893 – Genova 1977) è stato uno dei maggiori esponenti della scultura del Novecento ligure. Nato a Londra in una famiglia di orafi genovesi, si formò poi all’Accademia Ligustica di Belle Arti a Genova ed entrò presto a far parte della vita artistica della città. La Prima guerra mondiale, a cui Galletti prese parte da combattente, lasciò un impatto profondo nella sua ricerca artistica. Tra le due guerre l’artista fu impegnato nella realizzazione di diverse opere commemorative dei caduti e, allo stesso tempo, eseguì una serie di opere di carattere intimo, ritratti di amici e famigliari, tra cui le due opere in mostra: Giacomino (1922 circa) e Gioiella (1940), che pervenute alla Wolfsoniana in donazione di Federico Bagni, l’erede dell’artista, rappresentano una preziosa testimonianza del suo percorso creativo. La prima è il gesso del Busto di fanciullo. Giacomino in bronzo, esposto alla Promotrice genovese del 1922 e acquistato dal Municipio (ora nella collezione della GAM di Genova); la seconda è la versione in ceramica dell’omonimo ritratto marmoreo esposto alla XXII Biennale di Venezia del 1940, quando l’artista ottenne il premio come migliore scultore italiano. I materiali e l’immediatezza esecutiva mettono ancora di più in evidenza il delicato e intimo carattere famigliare e psicologico di tali opere.