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Fondazione Palazzo Ducale Genova
Autunno 2025, Sottoporticato
Una retrospettiva di circa 200 scatti di un fotografo che con delicatezza, rigore e sapienza ha raccontato l’Italia che rinasceva dalle ceneri della Seconda Guerra Mondiale.
È stato il fotografo più̀ amato de Il Mondo di Mario Pannunzio, dove in 14 anni ha pubblicato 573 foto, e collaboratore tra i più assidui del settimanale Tempo, con reportage dall’Italia e dal mondo. Ha ritratto divi del cinema, scrittori, artisti, nobiltà̀, intellettuali e gente comune. Ha percorso le coste italiane con Pier Paolo Pasolini raccontando le vacanze degli italiani.
Le sue foto, riscoperte dalla figlia dopo più di cinquant’anni di oblio, sono state presentate in modo organico, per la prima volta, in una grande mostra al MAXXI di Roma nel 2019. Oggi, a cento anni dalla nascita, Silvia Di Paolo ha rivisitato l’archivio di suo padre e insieme a Giovanna Calvenzi propone un nuovo sguardo sul suo sorprendente lavoro che inizia con le inedite immagini realizzate agli esordi, ripercorre il lungo impegno dedicato a raccontare i mutamenti della società italiana, il mondo del cinema, i viaggi all’estero.
La mostra, che mescolerà opere già note e opere che vengono proposte al pubblico per la prima volta, avrà un focus dedicato alla città di Genova.
Paolo Di Paolo, nato il 17 maggio 1925 a Larino in Molise, si trasferisce a Roma nell’immediato dopoguerra e si iscrive alla facoltà di Storia e Filosofia dell’Università La Sapienza. Frequenta gli ambienti artistici di Roma, in particolare il Gruppo Forma 1 decidendo di sviluppare attraverso la fotografia il proprio interesse per le arti figurative.
L’esordio come fotografo avviene da dilettante, nel senso di “fotografare per diletto”.
Nel 1954 viene pubblicata la sua prima foto sul settimanale culturale Il Mondo diretto da Mario Pannunzio, sul quale, fino alla chiusura del giornale nel 1966, Di Paolo risulterà il fotografo più pubblicato.
Tra il 1954 e il 1956 collabora con Settimana Incom Illustrata e nello stesso periodo inizia un assiduo sodalizio con il settimanale Tempo che durerà fino al 1968.
Numerose le inchieste e i servizi firmati con i più affermati giornalisti dell’epoca. Da inviato viaggia in Unione Sovietica, Iran, Giappone, Stati Uniti, oltre che in tutta Europa.
Grazie ai rapporti di amicizia instaurati negli ambienti del cinema e della scena artistica, realizza foto private ed esclusive dei più grandi intellettuali, artisti, attori e registi dell’epoca. Conclude la sua carriera fotografica in tandem con Irene Brin, celebre giornalista di costume, dedicandosi a servizi di moda e società.
Con l’avvento della televisione, la conseguente chiusura di molti giornali e l’orientamento scandalistico della stampa, nel 1968 Paolo Di Paolo decide di smettere nel campo fotografico e torna a dedicarsi agli studi, curando edizioni storiche per l’Arma di Carabinieri per circa cinquant’anni.
L’archivio, composto da oltre duecentomila negativi, resterà nascosto per mezzo secolo.
Nel 2019 Il Museo MAXXI di Roma espone la sua prima mostra, l’importante retrospettiva Mondo Perduto – Fotografie 1954 / 1968.
Nel 2021 il fotografo e regista Bruce Weber presenta il film-documentario su Paolo Di Paolo The treasure of his youth.
La produzione artistica di Paolo Di Paolo è oggetto di saggi e numerose tesi di laurea in Storia dell’Arte, Scienze della Comunicazione, Scienze Umanistiche e Sociali.
A maggio del 2023 Paolo Di Paolo riceve la “Laurea ad Honorem” in Storia dell’Arte dall’Università La Sapienza di Roma che lo celebra con il riconoscimento di fotografo italiano più importante del XX secolo.
Paolo Di Paolo è si è spento il 12 giugno 2023 a Larino, all’età di 98 anni.