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Fondazione Palazzo Ducale Genova
Francesco Santi si è formato con Claudio Leonardi, con cui ha collaborato per molti anni; insegna Filologia latina medievale nell’Università di Bologna. Alma Mater Studiorum, dopo aver insegnato nelle Università di Cassino e del Salento. Fa parte del Collegio dei docenti del Dottorato in Scienze del testo dal Medioevo alla Modernità (Università di Roma La Sapienza). È direttore della SISMEL, membro del direttivo della Fondazione Franceschini, co-direttore di CALMA e di alcune collane dedicate agli studi mediolatini. Fa parte del comitato scientifico di diverse imprese e riviste scientifiche, fra cui Medioevo latino, Micrologus e Segno e testo, oltre che dell’Edizione Nazionale dei Testi Mediolatini d’Italia e dell’edizione dell’opera di Arnau de Vilanova (AVoThO), Barcelona, Institut d’Estudis Catalans – Facultat de Teologia de Catalunya. Ha pubblicato numerosi studi di commento ad opere mediolatine e alla Commedia di Dante; le edizioni critiche di opere di Gioacchino da Fiore, Ramon Llull e di testi agiografici; monografie su Arnau de Vilanova, sulla mistica dei secoli XII-XIV, soprattutto femminile; un volume di storia della letteratura e della cultura medievale dal titolo L’età metaforica. Figure di Dio e letteratura latina medievale da Gregorio Magno a Dante.
Il Medioevo, l’età metaforica
La cultura moderna ha veramente fatto i conti con il Medioevo? Lo ha compreso nella sua differenza, nelle sue luci e nelle sue tenebre? Quello che si riferisce al Medioevo – come ad esempio il monachesimo o l’Impero – potrebbe non essere affatto quello che più esattamente lo qualifica. Il Medioevo è il tempo in cui una nuova figura di dio e dell’uomo si è affermata, in alternativa alla figura divina e umana conosciuta dal mondo antico e anche dal mondo dell’antichità cristiana. Esso è il tempo della appassionata ricerca del dio vicino, che paradossalmente compie infine la sua vicinanza nel divenire il dio nascosto. E potrebbe essere venuto il momento di comprendere bene cosa l’autocoscienza europea gli debba”.