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Fondazione Palazzo Ducale Genova
Presentazione del libro
martedì 22 aprile ore 17.30, Sala del Minor Consiglio
In occasione dell’ottantesimo Anniversario della Liberazione verrà presentato il libro “Il partigiano che divenne imperatore” di Marco Ferrari edito da Laterza.
Insieme all’autore intervengono:
Paolo Battifora, coordinatore del Comitato Scientifico dell’Istituto Ligure per la storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea
Giuliano Galletta, giornalista – Associazione per un Archivio dei Movimenti
Il volume Il partigiano che divenne imperatore, tra saggistica e romanzo, narra le avventure di tre antifascisti italiani, reduci dalla guerra di Spagna, scelti dai servizi segreti francesi e britannici per organizzare la resistenza in Etiopia agli occupanti fascisti. Si trattava di Ilio Barontini, Anton Ukmar e Domenico Bruno Rolla. Una storia in cui si respira l’odore acre del Novecento ma che potrebbe uscire dalle pagine di Graham Greene. Siamo nel 1938, Ilio Barontini, comunista livornese, ha combattuto nella guerra di Spagna tanto da diventare l’eroe della battaglia di Guadalajara, dove le brigate internazionali sconfissero i fascisti. A Parigi viene scelto da francesi e britannici per una missione rischiosissima: organizzare le forze partigiane abissine che devono resistere alla conquista fascista. Dopo molti colloqui con il segretario del Negus, le autorità francesi e i dirigenti del Partito Comunista Italiano, raggiunge le zone sotto il controllo della resistenza attraversando Egitto e Sudan con le credenziali di Hailé Selassié trascritte su fazzoletti di seta per sfuggire al controllo nemico. Nell’estate del ’39 venne raggiunto da Anton Ukmar, ex ferroviere sloveno di Gorizia conosciuto in Spagna, da Bruno Rolla, antifascista spezzino, dal colonnello Paul Robert Monnier del Deuxième Bureau, il servizio di informazioni militari, e dal segretario del Negus Lorenzo Talzar. Mussolini aveva conquistato con l’uso dell’iprite i villaggi e le città più importanti, la ferrovia Addis Abeba-Gibuti e le principali vie di comunicazione, ma una parte considerevole del territorio era ancora in mano agli Arbegnuoc, i patrioti etiopi. Barontini formò un esercito di oltre 250 mila uomini composto da piccole formazioni mobili e venne nominato dal Negus vice-imperatore di Abissinia. Dotato dello scettro imperiale, il comunista di Livorno tenne a bada i vari Ras, portò a termine missioni importanti e pubblicò un giornale bilingue, “La voce degli Abissini”, tanto da diventare una leggenda. La missione terminò nel giugno 1940, quando i tre amici intrapresero la via del ritorno tra malattie e assalti di predoni. Si ritrovarono miracolosamente vivi a Khartum dove scattarono l’unica fotografia che li ritrae tutti e tre insieme. Anton Ukmar venne internato a Vernet d’Ariège e poi a Castres, da cui evase l’8 settembre 1943. Raggiunse la resistenza in Venezia Giulia, nel 1944 fu inviato dalla dirigenza del partito comunista a Genova e divenne comandante della VI Zona Operativa Ligure dei partigiani Garibaldini con sede a Carrega Ligure, in provincia di Alessandria. Partecipò alla liberazione di Genova, tanto che gli venne conferita la cittadinanza onoraria della città della Lanterna, oltre alla Bronze star statunitense, la Medaglia d’oro alla Resistenza del governo italiano e altri riconoscimenti da parte del governo jugoslavo. Al rientro dall’Africa, nel marzo 1940, Rolla fu internato nel campo francese di Vernet d’Ariege, poi tentò il rientro in Italia ma venne arrestato al Ponte Unione, a Mentone il 5 aprile 1944 e tradotto nelle carceri giudiziarie della Spezia a disposizione del Tribunale Speciale. Il 24 luglio fu condotto a Regina Coeli ma, ai primi del 1944, con uno stratagemma riuscì a evadere e a raggiungere Avezzano in Abruzzo, dove partecipò alla Resistenza come commissario politico, con il nome di “Carlo”. Nel dopoguerra tornò alla Spezia entrando a far parte della segreteria provinciale del Pci quale responsabile dell’organizzazione e poi alla direzione nazionale del partito. Morì il 9 giugno 1954 a soli 46 anni. È sepolto nel cimitero di Baccano, in provincia della Spezia.
Marco Ferrari, giornalista e scrittore spezzino, per Laterza è autore di “Mare verticale. Dalle Cinque Terre a Bocca di Magra”; “L’incredibile storia di António Salazar, il dittatore che morì due volte”, tradotto in tutto il mondo; “Ahi, Sudamerica! Oriundi, tango e fútbol” e “Alla rivoluzione sulla Due Cavalli” con “Ritorno a Lisbona 50 anni dopo”.
Ingresso libero, fino a esaurimento dei posti disponibili